Diritto, procedura, esecuzione penale  -  Redazione P&D  -  06/05/2023

Uccise il figlio della badante che chiedeva di essere messa in regola

CONDANNATO A 13 ANNI E 4 MESI L'85ENNE GV

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Un anno fa Thomas Mastrandrea, 42 anni, andò a casa dell'anziano per discutere della regolarizzazione di sua madre, durante la lite Vezzoli gli sparò con un fucile. Vistà l'età sconterà la pena ai domiciliari. Maxi risarcimento alla famiglia della vittima

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Aveva ucciso a fucilate il figlio 42enne della sua badante, Thomas Achille Mastrandrea, durante una accesa discussione. Ora GV, pensionato di 85 anni di Gambolò, nel Pavese, è stato condannato a 13 anni e 4 mesi di carcere per omicidio volontario. La sentenza è arrivata dopo due ore di camera di consiglio dei giudici della Corte d'assise presieduta da Elena Stoppini. La pm Diletta Balduzzi aveva chiesto una condanna a 24 anni, ma i giudici hanno escluso l'aggravante dei futili motivi e così l'imputato ha potuto godere dello sconto di un terzo della pena grazie al rito abbreviato. Vista l'età del condannato, la Corte ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari, così da permettere all'85enne di lasciare il carcere. A favore delle parti civili il condannato dovrà versare 327mila euro alla moglie della vittima, Giusy Bosco, e 250mila euro alla madre della vittima, Graziella Maria Casnici.

L'omicidio di Thomas Achille Mastrandrea risale al 5 giugno 2022 quando V lo aveva colpito con un colpo di fucile nella sua casa di Gambolò. La vittima, quel pomeriggio, aveva deciso di ottenere dall'anziano datore di lavoro di sua madre il rispetto degli accordi presi: la donna, infatti, lavorava come badante prendendosi cura soprattutto della figlia disabile di V, ma lavorando in nero e per una paga non adeguata. Mastrandrea, quindi, aveva chiesto che l'anziano rispettasse le promesse e gli impegni assunti e la mettesse in regola contrattualmente. La lite non aveva portato a nulla, così il 42enne aveva accompagnato la madre nella sua stanza per raccogliere le sue cose e fare le valigie per andare via: mentre però lasciavano la casa, V aveva imbracciato il fucile e fatto fuoco da circa sei metri di distanza, colpendo l'uomo all'addome.

"Poco più di tredici anni sono una magra consolazione, mio marito non me lo restituisce nessuno, e peraltro l'assassino li sconterà anche a casa - commenta la moglie della vittima, assistita dall'avvocata Laura Bastia e dallo studio 3a-Valore -: la legge italiana purtroppo è questa, ero preparata a un tale epilogo: non resta che accettare il verdetto, anche se con amarezza".




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