Una donna ha dei disturbi all’apparato sessuale e ricorre al bisturi di un medico. Il medico effettua l’intervento al termine del quale, la donna, dichiara di sentire acuti dolori nella zona sessuale. Si apre una vertenza giudiziaria al termine della quale il giudice riconosce alla vittima il danno biologico. A questo punto si inserisce nella causa il marito che lamenta anche lui di aver subito un danno: per effetto della lesione che la moglie accusa, i loro rapporti sessuali sono compromessi, dal momento che ogni penetrazione è destinata ad arrecare alla donna acuti dolori. Il giudice riconosce che anche le doglianze dell’uomo sono fondate e riconosce pure a lui un risarcimento del danno non patrimoniale: danno che, in questo caso, non può qualificarsi come danno biologico visto che l’integrità fisica dell’uomo è rimasta tale, bensì a tutt’altra accezione che con parole di oggi potremmo definire danno esistenziale.
https://drive.google.com/file/d/122VfRPJAi7r_RpIEqzzoBb23qMj0oKVf/view?usp=sharing