Diritto, procedura, esecuzione penale  -  Redazione P&D  -  12/05/2023

"Ti spacco la faccia zingara": minacce e insulti razzisti sul treno contro una studentessa (premiata alla camera)

«Lunedì 8 maggio sono stata premiata come studentessa d’eccellenza italiana in Parlamento. Lo stesso giorno, mentre ero in treno verso Roma, sono stata aggredita, insultata e minacciata di morte per il colore della mia pelle». È la denuncia di Ikram Jarmouni, 22enne di Modena e di origini marocchine che ha subito un attacco di stampo razzista mentre era su un treno veloce che la stava portando a Roma per ritirare alla Camera un riconoscimento per meriti accademici. Tutto è accaduto la mattina attorno alle 9 quando il treno era all’altezza della stazione di Roma Tiburtina.

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La 22enne era con un’amica, quando un signore le è inciampato accanto. Ikram così ha deciso di alzarsi per sapere come stesse l’uomo, ma lui ha iniziato a insultarla. «Che cazzo parli, che cazzo dici che sono caduto zingara! Ti spacco la faccia, chiudi il telefono, zingara! Puttana!», le urla contro. Lei filma tutta la scena e la diffonde sui suoi canali social in queste ore. «Nè le forze dell’ordine né i capotreno sono subito intervenuti, nonostante abbia chiamato con urgenza entrambi. Non è stato fatto alcun tentativo di identificazione», denuncia la giovane. «Lui poteva essere potenzialmente armato. E questa poteva essere una strage», chiosa.

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Poco meno di una mezz’ora dopo l’aggressione, è arrivato in capotreno e l’uomo è sceso a Roma Tiburtina. «Mi ha chiesto se mi aveva picchiata, ho risposto di no e mi ha liquidato in pochi secondi dicendo che allora non era successo niente di che. In pratica devo ringraziare solo la mia amica e il ragazzo che ha tenuto lontano quell’uomo che cercava di picchiarmi. Nessun altro ha mosso un dito», riferisce la 22enne. Solidarietà dal Movimento Kethane, che si batte per i diritti dei Rom e dei Sinti in Italia che sui social scrive: «Vicinanza alla ragazza. Denunciamo l’uso di questo linguaggio razzista, la violenza antiziganista ad esso correlata e il fatto che, ancora, nel 2023 i mezzi pubblici non siano posti sicuri per le persone razzializzate. Chiediamo a Trenitalia di prendere provvedimenti».

 




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