Diversi ricoveri ricondotti a un a causa comune: avvelenamento da ratticida. Le perquisizioni hanno poi permesso di trovare le sostanze velenose in casa
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I sospetti dei sanitari sono scattati quando, a partire dal mese di luglio 2022, l'uomo, cittadino albanese di 54 anni, è stato più volte ricoverato manifestando in tutte le occasioni sintomi compatibili con avvelenamento da topicida.
La conferma è poi arrivata con gli esami clinici e i test effettuati dall'istituto di medicina legale dell'Università di Padova, che hanno accertato la positività ematica dell'uomo ai principi attivi del Bromadiolone e Coumatetralyl, elementi chimici contenuti nei topicidi. I medici hanno quindi capito che il 54 enne ogni volta che arrivava in ospedale aveva assunto dosi di sostanze letali. Piena chiarezza - secondo gli inquirenti coordinati dal sostituto procuratore, Paolo Gengarelli - riguardo la specie delle sostanze ingerite è arrivata quindi dai sanitari che hanno dettagliato la natura anticoagulante di questi veleni spiegando come fossero utilizzati esclusivamente come ratticidi e come il paziente fosse stato esposto al rischio di morte. Infine il marito, rendendosi conto della situazione, è stato lui stesso a chiarire agli investigatori della squadra Mobile che l'unica persona che poteva avvelenare il suo cibo era la moglie.
Nel corso della perquisizione domiciliare la polizia ha quindi trovato e sequestrato, in un cassetto dell'armadio della camera da letto, una siringa contenente una sostanza ignota di colore rossastro. La conseguente consulenza tecnica disposta dalla Procura ha stabilito che il liquido era bromadiolone. La 46enne, dopo la convalida dell'arresto, si trova ora ai domiciliari a casa della madre con l'attivazione del braccialetto elettronico.