D.: “Cecilia, quel che posso dirti, sulla base della mia esperienza, è che il passato non definisce il tuo presente né il tuo futuro.
Si dovrebbe a volte dare uno sguardo al passato solo per un “controllo” (il termine “check” ha utilizzato l’interlocutore, conoscendo la lingua inglese e non quella italiana), per prendere alcune di quelle cose che possono fungere da insegnamento. Ma bisogna imparare a “vivere nel presente” - personalmente questa cosa io non l’ho mai capita e sto ancora imparando con grande sforzo - perché in questo modo realizziamo ciò che desideriamo.
Ogni giorno possiamo potenzialmente ricominciare da zero.
Tu alla tua età pensi di essere “in ritardo” ma la mia domanda è: “C’è una sorta di orologio che segna con le sue lancette un “tempo oggettivo” che vale per tutti?”.
Ci son persone che a 25 anni sono sposate, chi a 20 professionalmente già ha raggiunto ciò che desidera o magari è su quella strada, altri che realizzano la propria vita professionalmente, sentimentalmente, ecc. dopo. Ma chi può parlare di “ritardo”? Quale sarebbe il parametro di misura?
Segui sempre il tuo cuore perché se lì ha sede un desiderio è perché Qualcuno o Qualcosa di più grande ve lo ha posto, ma non chiederti in quanto tempo lo realizzerai perché questo non ti è dato saperlo.
Forse devi prima attraversare qualcosa altro per essere “in tempo” per quello che realmente vuoi.
Grazie per le pizze, intanto, anche se non te le avevo chieste. Basta che non ci sia la carne, perché non possiamo mangiarla (per fargli capire che cosa fosse la “Margherita” ho dovuto fare il “gioco dei mimi”).
A presto per altre conversazioni durante il tragitto verso casa.
C.D.L.: Grazie a te della chiacchierata e ricordati di me.
Buona serata.”.