Queste ombre in cerca di ascolto devono essere assolutamente ascoltate e studiate e guardate.
Solo così la fragilità diventa forza. Se non ci sono le ombre, è perché non c’è il sole. Ma se c’è il sole, possiamo scoprire un’infinità di ombre, ognuna con la sua storia, posizione, sfumatura, delicatezza, fascino. Come le ombre del libro di Paolo Cendon. Un uomo concreto, un grande giurista, uno studioso dotato di logica ferrea e di competenze insuperabili.
Avrei dovuto intuirne la poesia e la creatività, perché Paolo ha già avuto la forza di scrutare e raccontare il diritto con elegante fantasia e con sorprendente sensibilità.
Ora l’ho scoperto come scrittore e come gentile “raccontatore”.
In Ombre in cerca di ascolto ci sono personaggi e situazioni che catturano il cuore di chi legge, ma ne solleticano anche l’intelligenza e ne sorprendono l’esperienza. Che appare quasi inutile, senza aver potuto incontrare e ascoltare prima qualcuna di queste ombre.
I personaggi di Paolo, ma meglio dire le persone, da Marcus ad Amelio, i professori, gli allievi, Claire, Cettina e tutti i fragili e gli speciali, diventano incontri indimenticabili: continueranno per sempre a danzare nei ricordi di chi ha letto questo libro.
Ma non si può dire solo letto; questo libro è un’avventura e una sorpresa continua. Una scoperta di un mondo speciale, diverso, fragile, inconsueto nella nostra esperienza quotidiana.
E Paolo Cendon si rivela, a sorpresa, un fascinoso narratore della forza e della debolezza di tutto ciò che è misterioso e sconosciuto.