Diritto, procedura, esecuzione penale  -  Redazione P&D  -  01/06/2023

Giulia Tramontano, trovato il corpo

IL FIDANZATO AI HA CONFESSATO L'OMICIDIO: "UCCISA CON DUE COLTELLATE"

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Il ritrovamento a mezzo chilometro dall'abitazione dove viveva la coppia, in un angolo di terra dietro i box di via Monte Rosa. La confessione: "Ho tentato di bruciare il corpo"

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La soluzione del mistero, beffarda e macabra, era molto più vicina di quanto chiunque avesse pensato. Per quattro giorni e quattro notti le frasche che coprono l'anfratto tra due file di box - a mezzo chilometro da casa e dalla stazione dei carabinieri - hanno fatto da tomba a cielo aperto del corpo di Giulia Tramontano, la 29enne agente immobiliare scomparsa sabato da Senago, e del bimbo che avrebbe dato alla luce tra due mesi.

 

La scoperta degli investigatori dell'Arma, lì in via Monte Rosa, è l'ultimo colpo di scena di una serata convulsa, terminata con l'interrogatorio in caserma di Al, alla presenza del difensore e del pm Alessia Menegazzo. Proprio lì dove il compagno di Giulia aveva denunciato domenica sera la scomparsa della ragazza dal loro appartamento di via Novella inanellando le prime di una serie di contraddizioni che aveva portato la Procura milanese ad indagarlo per omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e procurato aborto. Mancava il corpo di Giulia per poter certificare l'omicidio e procedere al fermo. Ora l'ultimo tassello, purtroppo, è stato trovato:il cadavere, al momento del ritrovamento, aveva segni di bruciature. A indicare il luogo è stato lo stesso Impagnatiello che ha confessato l'omicidio.

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Ma già mercoledì sera vicini e compaesani avevano emesso la loro sentenza di strada quando I, il viso coperto da un vistoso cappuccio, era uscito dalla palazzina dopo che i carabinieri avevano messo i sigilli alla casa, posta sotto sequestro dal pm Menegazzo e dall'aggiunto Letizia Mannella. "Bastardo! Assassino! Devono buttare la chiave!". Urla livide mentre il 29enne barman dell'Armani Bamboo, rooftop alla moda del pieno centro milanese, superava lentamente il nugolo di curiosi e cronisti a bordo del suo Volkswagen T-Roc. Su quel suv, nel pomeriggio, i carabinieri della sezione Omicidi avevano trovato macchie di sangue e i tappetini erano stati sequestrati.

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A Impagnatiello, che aveva trascorso l'intera giornata a contatto con gli investigatori per l'estrazione della copia forense dei suoi cellulari, era toccata l'onta del rientro in casa sotto le telecamere e i flash, mentre gli specialisti della Sezione investigazioni scientifiche dell'Arma setacciavano con il luminol il percorso tra l'appartamento e i box e prelevavano indumenti di Giulia Tramontano per le ricerche con i cani molecolari.

(ansa)

Una prima accelerazione al caso l'aveva già data, in mattinata, la deposizione ai carabinieri della fidanzata "parallela" di I, una ragazza statunitense - sua collega di lavoro - che aveva vissuto una relazione col barman rimanendo all'oscuro della convivenza ufficiale a Senago, e aveva interrotto pochi mesi fa la sua gravidanza. Agli specialisti della Omicidi la ragazza aveva raccontato di essere stata proprio lei, stanca delle bugie, a cercare con forza un incontro con Giulia per capire la verità. I, secondo il suo racconto, le aveva fatto credere che quella relazione era finita, le aveva riferito giudizi pesanti sulla stabilità della compagna, gettando ombre perfino sulla genuinità della sua gravidanza. Così, sabato mattina, entrambe le donne avevano preso materialmente coscienza dell'esistenza l'una dell'altra. E dopo quell'incontro, Giulia aveva avvertito mamma Loredana e papà Franco di quello shock.

Altre circostanze e contraddizioni avevano messo da subito gli inquirenti sulla pista dell'omicidio: immagini delle telecamere, tabulati telefonici, circostanze inverosimili nella denuncia di scomparsa. Come quella, raccontata dal barman, di un viaggio notturno dopo la lite verso la periferia milanese della Comasina, alla ricerca di uno spacciatore con cui avrebbe fumato fino alle tre di notte prima di rientrare a casa, dove avrebbe trovato la compagna addormentata. E così l'indomani alle 7, quando I era andato a lavorare.

Circostanze che in parte erano state smentite dalla deposizione della madre del ragazzo. La verità che si profila adesso è un'altra. Quella di un assassinio crudele e dell'abbandono del corpo senza vita e del feto nel luogo più squallido del paese, la dissimulazione di un allontanamento volontario e lo sforzo artificioso di un ragazzo che provava a riprendere la vita di tutti i giorni, compreso il rapporto con il figlio di 6 anni - che spesso aveva dormito nella sua cameretta di via Novella - avuto da una precedente relazione.

Scompaiono così le ultime speranze dei familiari di Giulia Tramontano, arrivati a Senago da Sant'Antimo, di rivedere viva la 29enne e di veder nascere il piccolo. Mercoledì pomeriggio Chiara, la sorella minore di Giulia aveva rilanciato sui social la richiesta "di far girare solo i nostri appelli, solo quello autorizzato da noi familiari". Aggiungendo: "Noi cerchiamo Giulia. Stop. Noi non indaghiamo, non accusiamo, non creiamo storie". Parole che adesso suonano ancora più strazianti.

 




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