Internet, nuove tecnologie Varie Cultura, società  -  Marco Faccioli  -  25/03/2022

FOTO VENUTA MALE? ...LA CANCELLO? MACCHÈ, LA POSTO!

La nuova tendenza su Instagram di postare foto fatte male.

Pensiamoci un attimo: se qualche anno fa (o anche solo qualche mese) avessimo fatto il nostro solito giro quotidiano sul profilo Instagram del nostro influencer preferito, ci saremmo inevitabilmente rifatti gli occhi con suite di hotel lussuosi, supercar nuove fiammanti, scintillanti servizi fotografici a bordo piscina ...e tutto il resto che di solito fa da condimento a certi stili di vita. Ultimamente, a quanto pare (o meglio, trattandosi di social media, a quanto “appare”) il panorama sembra essere cambiato, e non di poco. Foto di camere con letti disfatti, macchine con paraurti ammaccati, panini presi al fast-food, animali morti in mezzo alla strada ...ma cos’è successo? Secondo Daysy Jones, giornalista specializzata in mode e tendenze del sito Vice.com, è arrivata l'ora di dare il benvenuto all’era della bruttezza su Instagram. È infatti da qualche tempo, come dicevamo poco fa che il brutto ha fatto capolino nei post di celebrità, di influencer e di persone comuni (anche se, a dire il vero, relativamente a queste ultime non si può certo parlare di nuova tendenza).

Per spiegare il perchè e il percome il pubblico sia oggi attirato da contenuti più terra-terra e da foto prive di filtri diamo come sempre la parola agli esperti: Jane Macfarlane, art director presso l’agenzia creativa The Digital Fairy, se la spiega così: “dobbiamo vedere questo nuovo stile anti-estetico come la progressione naturale del photo dump (il photo dump, letteralmente discarica delle foto è la tendenza ossessiva compulsiva di caricare in un solo post un numero illimitato di foto e video) che è sembrato fiorire all’inizio della pandemia, quando le persone si sono messe a documentare la natura quotidiana delle proprie vite. Il foto dump è diventata la premessa dell’anti-estetica – continua l'esperta – Ha immortalato il casino delle nostre giornate e delle nostre vite e di tutto ciò che non apprezzavamo prima della pandemia. In più serve da strumento di falsa modestia, per significare a tutti che persino gli scarti non filtrati della nostra vita possano essere interessanti”.

Resta comunque da capire una cosa: perché mai c’è stata questa degradazione dalle immagini più curate e ricercate a quelle che, per essere gentili e diplomatici, possiamo definire più “alla buona”? Secondo la Macfarlane, che tanto ha scritto sull'argomento, non è tanto una moda in sé, quanto piuttosto il frutto dell’evoluzione del modo in cui le persone stanno usando Internet. I più giovani, in particolare, sembrano dare più valore all’autenticità che a un’immagine online troppo ripulita e preoccupata del proprio aspetto e della propria percezione. “Ci stiamo abituando a piattaforme come TikTok, che celebrano contenuti dotati di uno stile più grezzo, diretto e personale. L’estetica di Instagram di un tempo non è più attuale. Invece, il caos sbattuto in faccia dell’anti-estetica suona come se i vari creator stessero rigettando i feed tradizionali e i loro obiettivi impliciti”.

Mark Bage, CEO dell’agenzia creativa “Not Studio”, concorda con il fatto che questo “nuovo realismo” mediatico o, come alcuni lo chiamano, “nuova bruttezza”, risponda a un desiderio di percepirsi più autentici. “Questa anti-estetica è fatta di citazioni e di riferimenti a molteplici livelli di significato e di spirito anarchico – spiega Bage – eppure può garantire la protezione del tuo brand personale, dell’azienda o del lavoro dai tentativi di emulazione e assimilazione.”

Non dimentichiamo comunque che, almeno per quanto riguarda i profili di persone o aziende che con Instagram ci campano, ben difficilmente questa svolta anti-estetica (così come ogni genere e tipo di svolta e/o di cambiamento) non può non essere considerata il frutto di una ponderata scelta estetica. Oggi sono molti i post di profili di successo che possono apparire (a prima vista) bizzarri, sgradevoli o improvvisati sul momento, ma comunque dietro, per l'occhio che sa vedere, vi è sempre una specifica ragione.

L’anti-estetica serve anche per affermare un concetto basilare – spiega sempre Macfarlane – ovvero che pure al mio peggio, senza filtri e nelle pose più strane, la mia vita rimane pur sempre cool e interessante.” Come a voler dire: guardate, anch'io mi calo nel vostro mondo reale, anch'io vado al fast food e anch'io ho la casa in disordine ...ma sempre con lo stile che mi contraddistingue (ed è questo a segnare la differenza con tutti gli altri).

Naturalmente, essendo il mondo dei social media fortemente intrecciato (chi ha profili su più piattaforme è solito pubblicare la stessa cosa su tutte per darvi la massima diffusione), vale appena la pena ricordare che il fenomeno di cui stiamo parlando non è presente solo su Instagram, ma ovunque. “Ha preso piede ovunque – racconta Macfarlane – pensiamo alla popolarità dei lavori a maglia realizzati da persone visibilmente dilettanti oppure alla rinascita delle ciabatte Crocs, passando infine per le persone che cercano di ricreare occhiaie e borse sotto gli occhi su TikTok. Sebbene oggi si abbiano a disposizione cellulari che fanno foto perfette, in molti sono paradossalmente alla ricerca di nuovi metodi per avere immagini in bassa definizione: la gente è tornata a usare la fotocamera frontale del cellulare, a zoomare al massimo o persino utilizzare telecamere digitali a basso costo per ridurre alla fonte la qualità dei contenuti.

Un altro personaggio che vuol essere della partita in questa nuova tendenza è l'ingegnere informatico Dylan Holden-Sim il cui profilo è un miscuglio di meme casuali, foto genuinamente strane e selfie in versione low-fi. “Il feed ben curato è diventato sinonimo di post sponsorizzati da tisane e di gente il cui apice era stato durante il liceo. Il pendolo sta solo tornando nuovamente indietro.” Ma, aggiunge, “questo anti-posting si muove comunque all’interno dell’ecosistema di Instagram e della struttura delle sue transazioni. Per intenderci, continuo comunque a guardare quante persone hanno messo like al mio tentativo di shitposting. Instagram rimane una sorta di CV sociale, con la differenza che sopra c’è scritto ‘Non sono un normie’.”

Morale della favola: se state ancora lì a diventare matti per postare le vostre migliori foto possibili dei piatti in un ristorante stellato ...lasciate perdere, potreste non essere più al passo coi tempi. Concentratevi piuttosto su un hamburger al tavolino di un fast food, e magari fotografatelo e postatelo dopo che gli avete dato i primi morsi.




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