Biodiritto, bioetica  -  Redazione P&D  -  10/10/2022

Eutanasia per depressione: il caso Shanti De Corte, che ha scelto di morire a 23 anni

Lo shock subito con l’attentato di Bruxelles aveva aggravato la sua condizione rendendogliela insopportabile. Pochi mesi fa la scelta più difficile, quella di chiedere l’eutanasia, portata a termine il 7 maggio

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Shanti De Corte era scampata miracolosamente alla strage dell’aeroporto di Bruxelles-Zaventem, nel quale terroristi dell'Isis il 22 marzo 2016 fecero esplodere due bombe e uccisero 16 persone, più i due attentatori e tantissimi feriti. Una parte di lei era però morta insieme a tanti suoi amici che erano con lei quel giorno, pronti a partire per Roma per festeggiare la fine degli studi medi superiori.

 

Un ordigno era posizionato a pochi metri dalla ragazza, che rimase però illesa. Shanti, che viveva ad Anversa, in Belgio, non si era fatta praticamente nulla. Non era mai più riuscita a superare quel giorno. Soffriva di depressione.  Già da prima, hanno ricostruito i media locali, la ragazza soffriva di problemi psicologici, ma lo shock subito con l’attentato aveva aggravato la sua condizione rendendogliela insopportabile. Pochi mesi fa la scelta più difficile, quella di chiedere l’eutanasia, portata a termine seguendo la legge il 7 maggio. A soli 23 anni di età. Circondata dai suoi genitori, si è sentita "liberata" dai suoi incubi.

 

Sei anni di alti e bassi, un tentativo di violenza sessuale subìto da parte di un altro paziente dell’ospedale psichiatrico nel 2018, un tentativo di suicidio nel 2020: "Prendo più medicine per colazione - diceva -. E fino a 11 antidepressivi al giorno. Non potrei vivere senza di loro". E ancora: "Con tutte le medicine che prendo, mi sento come un fantasma che non sente più niente". Poi l’idea di mettersi in contatto con un’organizzazione di sostegno alle persone che cercano una “morte dignitosa”, un percorso legale in Belgio, ma nei casi come il suo in Europa la procedura è legale solo in Olanda e Lussemburgo. La sua richiesta di eutanasia è stata accolta dalla commissione federale per il controllo e la valutazione dell’eutanasia con il parere favorevole di due psichiatri.

 

"Ho riso e pianto fino all'ultimo giorno", ha lasciato scritto sul suo profilo Facebook. "Ora me ne vado in pace. Sappiate che già mi mancate". Si torna a parlare oggi del caso di Shanti perché un famoso neurologo belga ha esposto le sue critiche alla concessione dell’eutanasia. La commissione federale responsabile del controllo sulla pratica ha però specificato che la legge è stata pienamente rispettata e la ragazza "era in un tale stato di sofferenza mentale che la sua domanda è stata logicamente accettata".

 

 




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