La risposta al quesito posto dal ministero della Giustizia. Una persona in carcere "può rifiutare i trattamenti anche mediante le Disposizioni anticipate di trattamento (Dat)"
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I membri del Comitato nazionale di bioetica condividono il "rifiuto di adottare misure coercitive contro la volontà attuale della persona". E "ritengono che non vi siano motivi giuridicamente e bioeticamente fondati che consentano la non applicazione della legge 219/2017 nei confronti della persona detenuta, che, in via generale, può rifiutare i trattamenti sanitari anche mediante le Disposizioni anticipate di trattamento (Dat)".
Lo indica lo stesso Comitato, che nella sua riunione plenaria del 6 marzo "ha approvato il documento di risposta ai quesiti del ministero della Giustizia presentati il 6 febbraio scorso".
Una risposta insomma alla richiesta del ministro Roberto Nordio relativa allo sciopero della fame messo in atto dall'anarchico Alfredo Cospito nel carcere di Opera e ora nell'ospedale del penitenziario milanese.