Diritto, procedura, esecuzione penale  -  Redazione P&D  -  28/04/2023

Agenti uccisi in questura a Trieste, la Corte d'Appello conferma l'assoluzione per Meran

La Corte, presieduta dal giudice Igor Maria Rifiorati, ha dunque confermato la sentenza di primo grado: una sentenza di assoluzione per "incapacità di volere".

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TRIESTE La Corte di assise di Appello ha assolto Alejandro Augusto Stephan Meran, responsabile dell'omicidio dei due poliziotti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego avvenuto nella Questura di Trieste il 4 ottobre 2019 durante una sparatoria.

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In primo grado Meran era stato assolto per vizio totale di mente; per lui era stata disposta l'applicazione di una misura di sicurezza detentiva del ricovero in una Rems per almeno 30 anni.

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Stamattina il procuratore generale in aula, Carlo Maria Zampi, ha ribadito «la necessità di disporre una nuova perizia» su Meran, «per accertarne la semi infermità mentale» e non il vizio totale, e ha chiesto una condanna «a 25 anni di reclusione» seguiti dall'applicazione di una misura di custodia in Rems per almeno 3 anni. Da alcune parti civili è poi giunto un appello alla giuria popolare a rivedere la sentenza di primo grado.

A seguire, l'intervento di uno degli avvocati difensori di Meran, Paolo Bevilacqua, che ha ricordato come «l'imputabilità è il presupposto della colpevolezza: il vizio totale di mente porta alla non imputabilità. Questo è un principio di diritto e di civiltà».

La richiesta della difesa alla Corte è dunque «la conferma della sentenza di primo grado con la sola riforma dell'applicazione della misura di sicurezza, nella tipologia e nella durata»

 




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