Cultura, società  -  Maria Rita Mottola  -  08/03/2022

8 marzo 2022 - DonnaDonne

La onlus che mi onoro di presiedere da anni propone un progetto DonnaDonne diretto a promuovere l’arte al femminile. Le donne e gli uomini differentemente uguali non possono che esprimersi in modalità artistiche peculiari.

L’espressione artistica con il culto dei morti è solo umana, solo l’uomo è in grado di “creare” qualcosa di divino e solo l’uomo può percepire la propria morte, la propria piccolezza nei confronti dell’immensità del creato e del tempo senza tempo dell’eternità.

Collegate l’arte e la morte, collegate da quel rapporto stretto e indissolubile tra eros-tanatos, amore e morte muovono la vita, la limitano e la espandono sino all’infinito.

Solo percependo la nostra finitezza possiamo desiderare di andare oltre, raggiungere vette altrimenti inarrivabili, solo amando possiamo vincere noi stessi e la nostra stessa morte.

Quindi l’uomo unico essere vivente è capace di creare l’arte in quanto e perché consapevole della sua morte, desideroso di fissare indelebilmente nel mondo una sua piccola impronta, divina impronta, creativa impronta, amorevole impronta, anche se narra sofferenze e distruzione, anche se racconta vuoto esistenziale e miseria, pur sempre un gesto di amore verso altri uomini, verso la propria anima lacerata e sofferente, verso il creato ammirato e superato in bellezza nella propria arte. Musica che vince il trillo dei fringuelli, colori che inondano le tele, brillanti o caldi, più di un tramonto o della livrea di un pavone, gesti armoniosi di balli senza riposo che disegnano fragorose onde marine e fronde ancheggianti alla brezza del mattino, oggetti fusi dal calore del fuoco o incisi nella morbida e carezzevole durezza del marmo a immortalare forme ardite più dei picchi rocciosi delle Dolomiti.

E voi donne almeno nell’arte dismettete le armi della propaganda e della rivincita. Almeno nell’arte esprimete solo la vostra infinita e immensa capacità di creare, ricordate i primi vasi che avete plasmato per contenere acqua o i semi che raccoglievate, erano intrecciati di foglie e di fango nulla più, magnifici nella loro utilità, morbidi al tatto e preziosi alla vista. Voi donne ricordate i primi abiti che avete cucito con spine di cactus e morbide pelli per coprire i Vostri piccoli dal freddo e dall’asperità del terreno, indispensabili e splendidi della loro primitiva rigidità. Voi donne ricordate le prime figure dipinte su quei vasi che da semplice terra si facevano via via più preziosi. Voi donne ricordate i lunghi giorni a ricamare con filo d’oro e d’argento il bisso delle stoffe, sublimi racconti di bellezza inenarrabile. Voi donne ricordate i riccioli composti in incredibili acconciature artisticamente ad incorniciare volti baciati dal sole del mediterraneo. Voi donne ricordate i gesti delle danze mosse da cimbali e arpa a dieci corde nel Tempio del Re Salomone, movimenti lenti e studiati, frenetici e coraggiosi, più dello scatto delle gazzelle o del muoversi sinuoso del ghepardo.

Voi donne ricordate che avete il potere di creare la vita, la partecipazione quotidiana alla creazione che vince la morte e slega definitivamente il legame eros-tanatos per condurre verso una vita senza tempo, un amore senza limiti.

Viva la vida" di Frida Kahlo. Un grido di amore e gioia per la vita - il  Chaos

Viva la vida Frida Kahlo




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