Letteratura  -  Redazione P&D  -  11/07/2021

Riccardo Riccò ha letto "Rifiorire" (di Paolo Cendon, ed. Corsiero, 2021)

Sono ormai quindici anni che conosco Paolo Cendon. Di quando in quando andavo a trovarlo a Trieste, o a Venezia. Spero mi inviti ancora!

Di primo acchito, alle prime chiacchiere fatte, mi ha colpito molto la sua semplicità, scorrevolezza (dell'eloquio).

E che, pur discorrendo di diritto, fondamentalmente, questo rimaneva per così dire sullo sfondo.

Si era parlato infatti, più che altro, di vita. Della vita vera.

 

Tra me e me avevo subito pensato alla fortuna, se tanto mi dava tanto, dei suoi studenti. Almeno quelli frequentanti le sue lezioni.

 

Aneddoto, anzi gossip: ero andato da lui all'università; appuntamento alla tal ora in aula Bachelet; arrivo in anticipo, aula chiusa, aspetto nel corridoio antistante; chiedo a un gruppetto di studenti se avessero per caso visto il loro professore; non ricordo la/e risposte; chiedo come fosse agli esami; sguardi al suolo; uno mi dice diplomaticamente: è piuttosto esigente; un altro invece: è davvero esigente, per passare bisogna sapere tutto, note comprese (io l'ho dovuto fare x volte)!

Dovrebbe essere questa la regola. Bene, pensai. Non ci avrei giurato, allora...!

 

Fortunati ancor più i suoi "allievi", studiosi o ricercatori, e comunque lettori.

 

La‎ sua prima monografia è, mi pare del '76, intitolata ‘’Il dolo nella responsabilità civile’’. Bel tomone, fitto di note, anche di diritto straniero (in part. tedesco) . Difficile da leggere.

Ma si capisce: Si trattava di pubblicazione davvero specialistica. Direi enciclopedica.

 

Le sue successive pubblicazioni, davvero tante, sono invece, non certo terra terra, for dummies, di taglio anche pratico oltre che teorico, digeribili più o meno da tutti (gli addetti ai lavori).

Spesso addirittura piacevoli.

Non ne ho fatto scorpacciata, perché è di mio interesse principalmente il prius (r.c. e tecniche di imputazione) che non il posterius (il danno risarcibile).

 

Ricordo dunque, con nitore, solo poche cose: a parte il suo saggio  contributo alla discussione di teoria generale, con altri ill.mi Aa., trasfusa in Contratto e Impresa (1988?), il suo ‘’Circostanze incerte e responsabilità civile’’, apparso sulla Trim. Civ. (1999, son sicuro).

 

Pochi, per quel che posso saperne, sono gli autori che scrivono di diritto e, in uno, di altro, tutt'altro. Mi si obietterà magari che tutto o quasi sta nel diritto. E anzi che il diritto serve al non diritto. Cioè al fatto. Alla vita. A tutto, o quasi, appunto.

Ma non si tratta di render l'astratto concreto, solamente, per exempla. A mo' di glossa chiosa.

 

Cendon più diritto più lingua italiana = vere dici letteratura (umanesimo)

 

Poi, da ultimo, Rifiorire. Già il titolo..!

Storie di vita. Introspezione. E diritto. Il collante quasi.

Leggete se vi va!




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