Letteratura  -  Redazione P&D  -  18/08/2021

‘’L’ORCO IN CANONICA’’ di Paolo Cendon

Incipit

(Marsilio, 2016)

 

\\\

 

Era all’età di dieci anni che aveva iniziato a dormire sulla schiena; con altre posizioni non riusciva più a prendere sonno.

Soltanto nell’ultimo periodo della terapia le si era chiarito il perché.

Da bambina era diverso, ricordava bene quando era malata, a cinque o sei anni per esempio; si addormentava sulla pancia o su un fianco, mani sotto il cuscino.

“Mi sembrava di proteggermi così, di non avere più niente da temere”.

 

Da allora mai più in quel modo, adesso sapeva perché era cambiata.

Era impossibile, quando don Fulvio la sistemava bocconi, ventre in basso, riuscire a evadere con la mente dalla stanza.

Schiacciata sul tavolo dalla vita alla testa, i capelli fra le dita di lui, piedi a sfiorare il pavimento: “Potevo solo decidere su quale guancia appoggiarmi, nient’altro”.

Destra o sinistra poco importava, vedeva comunque la parte bassa delle pareti.

Nessuna via di fuga così: riusciva al massimo a contare i secondi, trenta o novanta o quel che era, in attesa che le cose finissero.

 

Il contrario nella posizione supina: pancia all’insù, natiche in bilico sull’orlo, capo girato verso l’alto. Teneva spesso gli occhi aperti allora: al centro del soffitto c’era un’ombra diversa a seconda della luce, attraverso cui poteva uscire con la mente.

 

I movimenti del prete, verso il basso del corpo, non la riguardavano più direttamente.

Fin che il contatto durava non sbatteva le palpebre, anche le orecchie inattive, solo un brusio all’interno. “Col pensiero ero altrove: a tavola accanto ai miei, oppure in cartoleria a scegliere i quaderni, a giocare in cortile con le amiche”




Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film