La portavoce dell’oppositore: «Negato l’accesso all’obitorio alla madre, i russi prolungano le indagini sulla morte». Il Cremlino: accuse inammissibili
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La moglie dell'oppositore russo Aleksej Navalny, Yulia Navalnaya, ha lanciato un appello pubblico in cui denuncia che «è stato ucciso da Vladimir Putin» e annuncia che continuerà il lavoro del marito, morto in carcere venerdì scorso. «Continuerò il lavoro di Aleksej Navalny. Continuate a lottare per il nostro Paese e vi esorto a stare accanto a me. Per condividere non solo il lutto e il dolore infinito che ci avvolge e non lascia andare. Vi chiedo di condividere la mia rabbia. Rabbia e rabbia verso chi ha osato uccidere il nostro futuro», è il messaggio contenuto in un video diffuso sul profilo Instagram di Navalny. Navalnaya ha anche osservato di sapere «esattamente perché Putin ha ucciso Alexei» e che i suoi collaboratori lo renderanno noto nel prossimo futuro. La vedova aggiunge anche che Navalny «è stato avvelenato con il Novichok».
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Alla madre di Navalny, Lyudmila Navalnaya, è stato impedito, per il terzo giorno consecutivo, di entrate nell'obitorio per vedere il corpo del figlio, la cui morte è stata annunciata venerdì. Lo ha reso noto l'attivista russa Kira Yarmysh, portavoce di Navalny all'estero, spiegando che la madre del leader dell'oppositore russa si è recata con i suoi avvocati all'obitorio questa mattina presto, ma le è stato impedire di entrare. «Uno degli avvocati è stato letteralmente cacciato», ha scritto Yarmysh su X. «Quando al personale è stato chiesto se il corpo di Aleksej fosse lì, non hanno risposto», prosegue il post.