Letteratura  -  Redazione P&D  -  10/03/2022

Jean Valjean ruba un tozzo di pane

è condannato a vari anni di lavori forzati, nel carcere di Tolone; verrà liberato a seguito di un'amnistia, nei primi giorni del 1815, dopo vent’anni di reclusione.

All'uscita gira nel sud-est della Francia, vedendosi chiudere tutte le porte in faccia, il che acuisce il suo risentimento verso il genere umano; giunto nella città di Digne s’imbatte nel vescovo, Monsignor Muriel, un ex aristocratico rovinato dalla Rivoluzione francese, trasformatosi in pio uomo di Chiesa.

In un primo momento Valjean è ostile al prelato, giunge a rubargli delle posate d'argento; catturato dalla polizia, viene portato di fronte al Vescovo, il quale lo difende sostenendo che quelle posate erano un dono; e lo rimprovera anzi di non avere preso anche i candelabri d'argento, unici oggetti di lusso tenuti da Myriel. 

Turbato da tanta bontà Valjean cade in confusione, commette un nuovo furto, ruba ad un bambino una moneta d'argento, capisce infine quanto il vescovo aveva cercato di insegnargli: matura la decisione di cambiare vita.

Si stabilisce a Montreuil-sur-Mer, dove impianta un’industria di bigiotteria, diventa un cittadino rispettabile; i suoi gesti di carità verso i bisognosi lo rendono amatissimo, viene presto eletto sindaco.

Incontra una poveretta, Fantine, ex impiegata in una delle sue fabbriche, decide di aiutare l'infelice, gravemente ammalata .....

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Come vada a finire lo saprete leggendo RIFIORIRE, STORIE E PENSIERI SUL DIRITTO ALLA FELICITA', la penultima mia fatica letteraria, un saggetto narrativo,  pieno di vicende e  di riflessioni, sunti di film, riassunti di romanzi, sentenze, stralci autobiografici, uscito non molto tempo fa presso l’editore  Corsiero

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