Per cortesia, non rimanga una tal sì pregevole riflessione, sapientemente declinata- more solito- dalla penna raffinatissima dell’Illustrissimo Professore, lettera morta, vox clamantis in deserto.
Chi soffre sa a cosa mi riferisco, specialmente la notte, quando il dolore tracima, esonda, straripa tutto travolgendo…
‘’COSA SIA LA SOFFERENZA, NELLE PERSONE, COMINCIARE A DOMANDARSELO”. PER IL LEGISLATORE, IN GENERALE, PER IL GIUDICE: QUALCOSA PIÙ SUL FISICO O SULLO PSICHICO, O CHE STINGE SU ENTRAMBI, AL FONDO O ALLA SUPERFICIE. DIFFERENZIARE UNO SPASMO DALL’ALTRO, SEPARARE I CRAMPI DIURNI DA QUELLI NOTTURNI, LE CICATRICI; IMMAGINARE DELLE SUB-CATEGORIE, DELLE SCALE.
DARE VALORE AI TEMPI, ALLA SENSIBILITÀ DELLE VITTIME…”.
Parole sacrosante, Illustrissimo Professore, di incalcolabile valore etico.
Grazie di cuore anche a nome di chi non leggerà mai queste righe e continuerà a soffrire, ignaro che qualcuno si interessa a lui, alla sua miserevole condizione e lotta per migliorarla, anziché fare spallucce come la stragrande maggioranza degli esseri umani, incurante delle altrui sofferenze almeno sino a quando queste non bussino, con inopinata insolenza, all’ingresso della propria magione.