’ATTRICE RACCONTA L’ABUSO SUBITO E I TANTI “INFERNI” DELLA SUA VITA: IL PEGGIORE È «LA DIPENDENZA DALL’ALCOL DEI MIEI FAMIGLIARI»
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Lo aveva svelato per la prima volta nel 2019, in un’intervista a Libero, dopo che sua mamma era morta. Ora Elena Sofia Ricci torna a raccontare il trauma che ha subito a soli 12 anni, segnandola nel profondo. Nella puntata di Belve del 10 dicembre l’attrice ricorda l’abuso perpetrato da un suo parente: una persona di cui i suoi genitori si fidavano, ignorando le attenzioni dell’uomo verso la loro figlia. «Eravamo in una macchina e io avevo un foglio da disegno sulle gambe. Cercavo di proteggermi con quel foglio. Chiaramente può un foglio da disegno proteggere? No». All’inizio ha cercato di rimuovere il ricordo, poi ha aspettato che sua madre morisse per raccontarlo a qualcuno: fino ad allora tenne il segreto per sé.
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«Quando certe cose ti arrivano da delle persone adulte pensi che quello che fanno sia giusto. Però, certo, non mi piaceva: sentivo che c’era qualcosa di sporco. Il problema è che questa cosa sporca è rimasta tutta la vita». La ferita della fiducia tradita, così come il dolore per la miopia (pur inconsapevole) dei suoi genitori e i sensi di colpa, l’hanno spinta a guardare «con diffidenza gli uomini: tra abusi e maltrattamenti, sento che oggi il maschile mi debba qualcosa».
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La molestia è stata però solo una dei tanti “inferni” (così lei li ha chiamati) che ha attraversato nella sua vita. Alle spalle c’è anche una famiglia complessa, dedita all’alcol: «a casa mia bere molto era abbastanza la normalità, quindi quando ero ragazza e mi volevo dare un tono alzavo un po’ il gomito. Non sapevo assolutamente dosare». Se non ha sviluppato una dipendenza è solo perché si è accorta in tempo di stare sprofondando in un baratro: «Una mattina mi guardai allo specchio e vidi… una cosa grigia. Ero io. Ho detto: mio Dio, mi sto trasformando in quello che non mi piace della mia famiglia di origine».