Deborah S. ad esempio. Vent’anni, pallida, un metro e sessanta; a Londra aveva conosciuto un giorno per strada un giovanotto, Dragan, rumeno, le aveva chiesto aiuto: se l’era portato a casa, l’aveva rifocillato. Plagiata dall’uomo aveva finito per sposarlo; presto lui si era rivelato un despota. “Come lasciarlo adesso?”, era furbo Dragan, poteva esigere qualcosa da lei?
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Carlo G. poi, della provincia di Brescia; vent’anni, sudava in continuazione. Si era scoperto figlio di un uomo diverso da quello che aveva creduto, fin lì, essergli padre. Sua madre, domestica da ragazza, era caduta a sedici anni nelle “grinfie di un commerciante, senza scrupoli”; un anno dopo era nato lui, Carlo. Lei in seguito vita di stenti. Adesso il colpo di scena, un altro padre biologico, milionario, in che modo comportarsi?
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Valentina H. ancora; ventidue anni, dintorni di Milano. Trovandosi per caso in aeroporto, aveva visto suo padre con una sconosciuta, da lontano: il modo in cui si stringevano non lasciava adito a dubbi. Cosa fare adesso, “affrontare un padre traditore, sul piano umano?”, “Dire tutto a mia madre, che non sa niente?”. Quant’era proibito un rapporto extraconiugale dal sistema?