Avevo pensato di confrontare il volto sorridente del Nobel per la pace 2010, il pacifista cinese Liu Xiaobo, con uno dei numerosi mostri o belve finiti sulla ribalta in questi ultimi giorni. Era un'operazione un po' lombrosiana, forse, ma metteva anche in evidenza come la violenza deformi il volto e chi invece si batte pacificamente paia più sereno. Senza esitazioni ho scelto il volto di Liu Xiaobo, ma quando s'è trattato del volto da contrapporre ho guardato a lungo i vari “mostri”, i loro volti e m'è presa una pena infinita per quel loro dolore, quel male che fanno ad altri, ma che li corrode dentro. Ho provato pena per i loro volti che non mi piacciono, che mi fanno ribrezzo... per loro che hanno volti così, chissà per quale oscuro motivo o per quale gioco del destino, ho provato ritegno. Mettere la foto di Liu Xiaobo è per me un onore, un riconoscimento, mettere la foto di un “mostro” è esporlo alla pubblica curiosità.
Ho messo la fotografia della persona più forte in onore dei molti uomini e delle molte donne come lui!