Milano, la drammatica deposizione della sorella minore della vittima durante il processo contro l’ex barman: “Tra loro attriti frequenti, lui era spesso assente”
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Milano, 21 marzo 2024 – “A inizio dicembre ricevo una foto di mia sorella in bagno e la foto del test positivo, vedo le sue lacrime e le chiedo se sono lacrime di gioia o di paura, la sua paura era come lui avrebbe accolto la gravidanza ed è così: è una brutta notizia perché il bambino non era gradito. Lei era infelice e triste perché già si sentiva mamma”. Così Chiara Tramontano, sorella di Giulia uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello a Senago il 27 maggio del 2023, racconta in aula la notizia dell'arrivo del piccolo Thiago. È uno dei passaggi più della deposizione della ragazza durante la nuova udienza del processo contro Impagnatiello.
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Nella sua deposizione la giovane non pronuncia mai il nome di chi siede con la testa bassa dietro le sbarre, lo chiama sempre “l’imputato”. Chiara ricostruire l’incertezza di quei mesi, la decisione di abortire, la difficoltà di accettare la decisione. “Una ragazza del Sud che aspetta un figlio non è mai sola, non capivamo come due stipendi non potessero bastare per crescere un figlio”. Alla data del presunto aborto “c’è stato un ripensamento di lui, lui cambia idea, dice di desiderare quel bambino. È stato come buttare acqua sul fuoco, ha portato un po’ di quiete anche a noi familiari, eravamo pronti a supportarli”. La gravidanza era usata da lui come “un boomerang, era il momento delle responsabilità, non del voglio e non voglio”.
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Un racconto farcito anche dalla notizia di un tradimento, confessato e poi negato, in una relazione in cui "c’erano degli attriti frequenti sugli orari di lavoro e sul tenore di vita della loro coppia, lei era annoiata e lui era spesso assente in settimana e nel weekend preferiva restare a casa”. Il racconto di Chiara, “sorella e confidente” è quello di una relazione incerta, “io ero in disaccordo che lei continuasse a stare con lui, credevo che lui l'avesse tradita ma lei era innamorata. Il mio disappunto sul viaggio a Ibiza non è stato accolto bene”, ma a maggio nell'ultimo viaggio a Napoli “vidi il suo pancione e realizzai che stavo diventando zia. Sapevo che qualcosa non andava, anche in quel frangente non andava, ma io giurai a me stessa di aver smesso di essere giudice di quella storia e sarei stata accanto a mia sorella”