OBLIO ONCOLOGICO, UNA LEGGE DOPO VENT’ANNI DI BATTAGLIE: “RIDIAMO UNA VITA NORMALE A UN MILIONE DI GUARITI DAL CANCRO”
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Elisabetta Iannelli, vicepresidente di Aimac: “Hanno difficoltà a trovare lavoro, a ottenere un mutuo, ad adottare”. Il testo in Parlamento: “Via lo stigma dopo dieci anni dalla diagnosi”
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Approda in aula alla Camera la legge per riconoscere l’oblio oncologico, che permetterà a chi ha avuto una diagnosi di tumore ed è guarito di non dover dichiarare la malattia nei documenti ufficiali. Elisabetta Iannelli, avvocata, è segretaria generale di Favo, la federazione delle associazioni di volontariato in oncologia e vicepresidente di Aimac, l’associazione italiana dei malati di cancro. Si batte da oltre vent’anni per il superamento delle discriminazioni nei confronti dei malati di cancro e da molti anni per il diritto all'oblio oncologico e ora vede l’obiettivo avvicinarsi, grazie a ben 9 proposte di legge sul tema, presentate praticamente da tutti i partiti.
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COME MAI CI È VOLUTO TANTO PER ARRIVARE VICINI A UNA LEGGE SULL’OBLIO ONCOLOGICO?
“È stato necessario un processo culturale, andato di pari passo con l’evoluzione della scienza medica. Vent’anni fa non si parlava di guarigione dal cancro, che sembrava solo una speranza lontana. Poi abbiamo iniziato a studiare i dati epidemiologici con gli esperti dei registri tumori. Nel 2015, finalmente, sono usciti i dati dei guariti”.
CHI SONO QUESTE PERSONE?
“Coloro che hanno la stessa aspettativa di vita di chi non ha avuto il cancro, cioè della popolazione sana. Sono persone che hanno terminato i trattamenti antitumorali da un certo numero di anni senza recidive o progressioni di malattia”.
LE PROPOSTE DI LEGGE CONSIDERANO GUARITO CHI HA AVUTO UNA DIAGNOSI 10 ANNI PRIMA. È GIUSTO?
“All’inizio si seguirà il requisito temporale dei 10 anni ma poi ci sarà un decreto attuativo del ministero alla Salute che disciplinerà con una tabella i tempi di guarigione a seconda della malattia. Ad esempio, per i tumori al testicolo o alla tiroide ma anche al seno se circoscritto possono bastare molti meno anni per la guarigione e quindi l'oblio oncologico”.
QUANTI SONO I GUARITI OGGI IN ITALIA?
“Circa un milione su 3,7 che hanno avuto una diagnosi di cancro. Si tratta di un numero che è destinato ad aumentare”.
QUALI SONO I PROBLEMI PER I GUARITI?
“Ad esempio può essere difficile ottenere un mutuo perché chi lo eroga può fare indagini e pretendere come garanzia accessoria un’assicurazione sulla vita. E questo malgrado sulla casa ci sia l’ipoteca. Nei questionari anamnestici sottoposti prima dell’assunzione del rischio tra le cause di esclusione potrebbe essere indicata anche la pregressa patologia oncologica. Ho ad esempio trovato sul sito delle Poste, datata marzo 2022, la scheda anamnestica da compilare per la protezione del mutuo che recava questa ragione di esclusione. In generale il problema riguarda assicurazioni sanitarie e sulla vita. Poi ci sono difficoltà con le adozioni, perché non c’è un’indicazione chiara e ogni tribunale si regola a modo suo, anche se mediamente è più difficile per chi ha avuto il cancro”.
CHI HA AVUTO IL CANCRO PUÒ AVERE DIFFICOLTÀ ANCHE A TROVARE IL LAVORO?
“I problemi possono esserci, ad esempio, in fase di assunzione. Dipende dal datore di lavoro privato ma teoricamente anche nei concorsi pubblici si possono chiedere informazioni su patologie pregresse. Il testo in discussione in Parlamento, comunque, oltre che dei guariti tratta in questo caso anche dei malati non ancora guariti, perché non siano discriminati sul posto di lavoro, al di là delle diverse fasi della malattia."