Deboli, svantaggiati  -  Redazione P&D  -  28/05/2023

Le categorie dei fragili - Paolo Cendon

La  delimitazione rigorosa della categoria in esame, e  cioè l'identificazione  di un denominatore comune fra le  varie  fasce che interessano,  non appare tra i nodi più facili da sciogliere; e d'altro canto è  impossibile negare che la difficoltà, per certi versi,  nasce anche dall'eccesso di proliferazione delle  "carte" e  delle dichiarazioni di diritti, quali si sono  accumulate  nel corso  di questi ultimi anni. E' palese, infatti, che  lodare  il succedersi  di quelle proclamazioni come un fenomeno  interamente positivo   -  a  prescindere  da  ogni  considerazione  circa  la vaghezza di quasi tutti i  documenti in questione - non  potrebbe  giustificare l'estensione all'uno o all'altro gruppo  di  persone fragili  di  regole  ed esiti che, per  esse,  non  avessero   in ipotesi un significato pratico.

     Dall'altro  lato,  la  necessità di  soluzioni  accurate  si impone  tanto più in quanto l'obiettivo che lo studioso può  aver di  mira,  nel campo che stiamo considerando, non  è  davvero  la confezione  di un pacchetto puro e semplice di privilegi  a  cui, per   i  deboli  considerati  volta  a  volta,   essere   ammessi graziosamente o gratuitamente. Accanto ai benefici statutari (che pure esistono, e potrebbero essere qua e là consistenti) vi  sono varie serie di inconvenienti e di costi possibili, soprattutto in termini di debilitazioni, incapacitazioni, sostituzioni formali - risvolti   tutti  che, in certi casi,  finirebbero  per  apparire privi di un valore apprezzabile ed anzi sgraditi.  

     E' verosimile, allora, che la ricerca di una definizione non evasiva   debba   fare   leva  su  una   nozione   di   fragilità   sincronizzata   direttamente   con   l'esercizio   dei    diritti tradizionali della persona, specie delle prerogative esistenziali pi intense.

     Per lo studioso si tratterà quindi di occuparsi, certamente, di   individui i quali risultano "menomati"  o  "sottoattrezzati" (per qualsiasi ragione) rispetto a un certo standard  generale di  integrità fisica o psichica - quali ad esempio (a parte minorenni e  infermi di mente) malati gravi, soggetti infilati  in  polmoni d'acciaio,  comatosi,  dializzati,  handicappati  fisici   gravi, oligofrenici,  tossicodipendenti,  forse  zingari,  immigrati  in genere.  E non andranno poi trascurati gli individui che appaiono privati  della  libertà  (in quanto  carcerati,  o  internati  in manicomio giudiziario, oppure sottoposti a TSO).   Sinteticamente  - e  lasciando   stare, in questa sede, qualsiasi accenno  a  "non soggetti" in senso tecnico: animali domestici e selvatici, piante e  altri  elementi  verdeggianti  della  vita  naturale -   ci   si rivolgerà  a  tutte  le persone con difficoltà  di  accesso  alla civiltà,  intesa  nel  significato più ampio,  al  versante  dei consumi  pi  diffusi  sino  a  quello  delle  consuetudini   più innocentemente  idiosincratiche.       

     Sembra  conseguente non comprendere dunque entro la  cerchia in  esame  coloro  che  - pur diversi  dalla  media  per  qualche ragione,  o fisicamente un po' difficultati, o  istituzionalmente un  po'  strambi, o immersi in funzioni  vergognose/riprovate,  o fortemente   minoritari,   o  costretti  a  subire  più  o   meno passivamente le decisioni altrui -  non accusano comunque (se non lievi)   ostacoli  suscettibili  di   abbassare  le   possibilità espressive   della  persona:  si pensi ad esempi  come  le  donne incinte, le religiose, i consumatori, gli spettatori  televisivi, i   pedoni,   i  ciclisti,  le  prostitute,   gli   studenti,   i transessuali,  i soldati, gli anziani sani, i malati  leggeri,  i fumatori.    

     Nè  mancano  i  soggetti per i quali  la  "debolezza",  come fattore  idoneo  a  giustificare una  particolarità  di  statuto,  apparirà  fortemente dipendente dalle circostanze e dai punti  di vista  che  si  assumono  - ciò che può  valere  ad  esempio  per soggetti  quali   nani,  obesi,  anoressici,  giganti,  minoranze linguistiche, o più ampiamente per homeless, barboni, epilettici, diabetici,  immigrati, disoccupati, omosessuali,  alcolizzati,  e così di seguito.




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