La prima volta che l’ho incontrata era quella che strillava più forte. Per fare uscire tutti i gattini dal divano, cavo, in cui si rifugiavano lo si doveva rovesciare e dal foro rotolavano tutti fuori, la prima era stata lei e, dato che urlava, l’avevamo chiamata Trilla.
Trilla era una gatta particolare, avevo avuto altre gatte ma lei era davvero tremenda, mai ferma, mordeva, correva e aveva zampone così grandi che sembravano di una tigrotta non di una delicata micina.
Quando poi il mio compagno la portò dal veterinario venne svelato l’arcano: non era Trilla, ma Trillo, era un maschietto vivacissimo.
Io non avrei voluto maschi, ma era capitato e che dovevo fare: sperderlo nei boschi?
Glielo dicevo ogni tanto quando ne combinava troppe. “Ti sperdo nei boschi”, che io ci abito al confine del bosco.
Volevo una femmina non per pregiudizi sessisti, ma perché volevo farle fare una cucciolata, avevo assistito ad alcuni parti delle mie gatte femmine ed era stata un’esperienza meravigliosa.
Comunque il gatto Trillo da subito mostrò un carattere forte e controverso, come dico sempre Trillo è “figlio a ‘mme”: nervoso, generoso, solitario, irascibile ma gentile coi più fragili.
Ha avuto un sacco di problemi di salute e sente il vento, lo sente nello stomaco come me.
Il gatto Trillo ha cacciato grossi topi, portato come baffi serpentelli penzolanti, passato notti fuori casa, inseguito altri gatti e custodito la nostra casa, facendo amicizia coi caprioli che arrivano nel prato.
Solitario chiedeva lui quando voleva le carezze battendo con la zampa sul braccio per lo più di mio marito perché io lo pacioccavo troppo per i suoi gusti
Il gatto Trillo ha fatto una bella vita io credo, e ora ne scrivo perchè è giunta la sua fine. Ha un tumore in gola e ora il tumore è cresciuto e il gatto Trillo respira male lo faremo addormentare, prima che muoia per soffocamento .
La storia del mio Trillo pone diverse questioni. Il dolore, il mio dolore umano per un felino, il dolore che non conosce specie, che sì, è anche lui spillover.
E poi il tema dell’eutanasia, un diritto dato ai gatti e difficile da realizzare per me che sono umana. Strano mondo.
Infine il senso del limite, la tragedia dell’assenza, più si ama più si può rischiare di soffrire una perdita, ma senza amore che vita sarebbe? E Trillo nel suo lento andare mi ha lasciato un regalo… altre vite. Altri incontri di cui ancora non posso parlare.