Tempo II
Il tempo scorre strano, incespicando.
Pare si fermi a pensare se proprio
debba guadare il ruscello e la strada
attraversare. Il tempo è un pellegrino
affaticato e un po' distratto in questi
giorni di malattia.
Si smarrisce guardandosi
dintorno, si stanca. Sta fermo, il tempo,
per molto tempo e io insieme a lui.
Quel tempo è mio, io sono malata.
Così quel tempo è un viandante ammalato,
in cerca di soste via via più
frequenti e io sono sempre con lui.
Chissà che pensa il tempo nella sosta,
io penso a lui, che fugge,
che mai ritornerà.
Avrei potuto fare, dire, amare.
Lo guardo: immobile con gli occhi chiusi
(il mio tempo ha occhi e gambe).
un viandante tranquillo:
Non fugge via, né corre.
Sta vicino a me, cammina con me,
con me si riposa. Siamo straniati
io e lui. Nemmeno più ci importa
di avere perduto quello che forse
nemmeno era per noi. Di non aver
fatto quello che forse
non doveva esser fatto.
Il tempo è steso con me, quando mi alzo
anche lui si alza, non fa nulla ch'io
non faccia. Fugge quando io mi fuggo
è un compagno geloso il mio tempo.
È affaticato. Va bene! Sto ferma.
Il mio tempo, io lo aspetto.