Deboli, svantaggiati  -  Redazione P&D  -  01/06/2023

Giulia - Paolo Cendon

Davanti alla morte di Giulia Tramontano mi vengono in mente le cose che vengono in mente, credo, a tutti quanti.

Penso ai sogni a occhi aperti che poteva fare questa ragazza a 13 anni. Penso ai momenti di felicità e forse di preoccupazione che potrà aver avuto quando si è accorta di aspettare un bambino.

Penso ai suoi Natali, ai suoi compleanni, alle sue vacanze scolastiche, ai suoi primi innamoramenti silenziosi chissà quando. Penso ai genitori di questa poveretta, ai mille consigli che le avranno dato fin da quando era piccola.

Penso a Dio e mi faccio le solite domande.

Penso ai pensieri che le saranno venuti quando lui l’ha accoltellata. Penso a come ha potuto stare e sentirsi fino al momento in cui è morta, rendendosi conto di ciò che stava capitando, sentendo che con lei moriva anche il bambino che aveva in grembo. Penso ai tanti presentimenti che avrà avuto in quest’ultimo periodo accanto al a lui.

Penso ai mille passaggi che avrà compiuto negli ultimi quindici anni per cercare di diventare sempre più bella, laboriosa, femminile intelligente, buona, luminosa, elegante. Penso che magari una fine così terribile non era scontata, mi chiedo chi e cosa si sarebbe dovuto muovere per evitarla.

Mi domando come giurista cosa dovrei inventarmi per fare qualcosa anch’io onde evitare che vicende del genere si ripetano.

Ma soprattutto continuo a pensare a lei che cammina, a 16 anni, che fa shopping a 20, che canta a 10 anni, a Giulia che gioca, che fa la prima comunione, che dà il primo bacio, che si addormenta, che si spazzola i capelli, che si guarda nelle vetrine sentendosi bella e splendente

 

 




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