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Poi mi son tranquillizzata perché un'amica mi ha richiamata per dirmi che Brina non era morta, pareva ferita a una zampa, non c'era sangue e lei era cosciente.
Nella fiaba c'è un orco o un'orchessa cattivi. L'automobilista che ha investito Brina infatti l'ha lasciata in mezzo alla strada, non s'è fermato. L'ha lasciata indifesa, mentre tentava di rialzarsi, in mezzo a una strada dove un'altra macchina sarebbe passata e avrebbe potuto dare il colpo di grazia alla micina.
Ma nella favole ci sono anche delle fate e quel giorno tante son state le fate.
Ad esempio una signora che abita nella mia frazione e di cui purtroppo ignoro il nome. La signora arrivava in auto, lei s'è fermata davanti a quella macchia bianca tremante che era la mia Brina. E così facendo ha impedito ad altre auto di passare e travolgerla.
Poi è arrivata Francesca, amica degli animali, che ha tranquillizzato Brina e la signora, ha chiamato Rosanna, che si è precipitata perché oltre ad amare gli animali ha un gatto bianco come la Brina. Si chiama Fiocco e infatti si è precipitata urlando Fiocco. Non era il Fiocco era davvero la Brina. Ma Rosanna è stata lì ha dato a Francesca il numero del mio veterinario e poi inseme hanno chiamato me. Intanto è intervenuta l'altra vicina, Rina, che non ha più gatti, ma fa la guardia ai miei e poi un'altra e un'altra insomma s'è raccolto un gruppo di signore nel freddo di dicembre per aiutare la mia micina fortunata.
Ora Brina ha la zampa in trazione perché s'è fratturata perone e tibia, non ha appetito e ha dolore, ma è viva e fa le fusa, mi guarda e vivrà.
Grazie a queste magnifiche donne che per lei, per una piccola, quasi insignificante micetta si sono mobilitate. Grazie al anche veterinario che s'è precipitato per antica amicizia e per amore del suo lavoro al capezzale di Brina.
Seconda
Brina ora si aggira per la casa su tre zampe, sale le scale addirittura cerca di saltare. Gli altri due gatti: Fufi e Trillo la guardano stupiti. Una tre-gambe con gesso non l'avevano mai vista. Brina sfrega il gambone, lo picchia sul pavimento come un antico capitano con la gamba di legno.
Oggi Brina è nervosa non trova il luogo dove stare. Sento il suo inquietante toc toc e poi vado a vedere dov'è.
È sul letto della camera “degli ospiti” (che ospita libri soprattutto) e precisamente sul cuscino, abbandonato lì dal mio disordine e adottato dal gatto maschio di casa, il prode Trillo.
Vedo Brina che s'è messa comoda e Trillo che la guarda. Trillo di sei chili, Brina, invalida, di tre chili. Trillo la osserva compunto e poi guarda me, come a dire: “e mo' che faccio?”.
Annusa Brina che accenna un ringhietto, Trillo si ritrae.
Vado via un momento, quando torno Trillo s'è accoccolato vicino a Brina, certo non sul suo cuscino, ma almeno lì nei pressi.
Potenza dei felini!
Non voglio seguire le orme gloriose di Esopo o Fedro o La Fontaine, perché delle volte invece di umanizzare gli animali bisognerebbe animalizzare gli umani!
PS Siccome Brina è ancora febbricitante, non mangia e non sta bene le mie fiabe non hanno per ora il lieto fine... speriamo nel potere taumaturgico del natale!