Biodiritto, bioetica  -  Redazione P&D  -  11/08/2023

Suicidio assistito: depositate in Consiglio FVG ottomila firme per la legge sul fine vita

La campagna LIberi Subito è stata promossa lo scorso marzo dall’associazione Luca Coscioni per una legge sul suicidio medicalmente assistito

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TRIESTE Ottomila firme depositate in Consiglio Regionale a Trieste per discutere la legge regionale sul suicidio medicalmente assistito “Liberi subito”, elaborata dall’associazione Luca Coscioni. Sottoscrizioni raccolte per chiedere di applicare la sentenza “Cappato” in «tempi certi», e perché «nessun malato debba più subire una sofferenza insopportabile contro la propria volontà» come nel caso di Anna, triestina di 55 anni affetta da sclerosi multipla che da tempo chiede di poter morire.

Nell’assenza di una norma nazionale sul fine vita, con la legge che doveva recepire la sentenza della Consulta archiviata alla fine della scorsa legislatura, l’associazione Coscioni ha deciso di ripartire dalle Regioni.

Lanciando, oltre cinque mesi fa, una raccolta firme per la presentazione di una legge regionale in cui vengono identificati «limiti temporali precisi - in tutto venti giorni - per effettuare le valutazioni necessarie a permettere l’accesso al suicidio assistito».

La campagna “Liberi Subito” in Friuli Venezia Giulia è iniziata il 25 marzo scorso, registrando in tutto oltre 8.000 firme (2.600 dalla provincia di Pordenone, 2.200 da Trieste, 1.700 Gorizia, 1.600 Udine). Sottoscrizioni infine depositate questa mattina in Regione, al termine di un corteo attraverso la città cui hanno preso parte una cinquantina di persone, tra militanti dell’associazione Coscioni, attivisti e cittadini, esponenti del centrosinistra tra cui il consigliere regionale del Patto Enrico Bullian - già depositario di una mozione sul tema, la cui discussione è prevista il prossimo novembre -, il consigliere di Open Sinistra Furio Honsell, il consigliere dem Roberto Cosolini, la vicepresidente del Consiglio Comunale di Trieste Laura Famulari.

«É una battaglia trasversale, di civiltà oltre la politica - afferma Raffaella Barbieri, coordinatrice della campagna Liberi Subito Fvg -: è necessaria una normativa che eviti a persone come Anna di aspettare più di nove mesi e di affrontare battaglie legali per esercitare un diritto già sancito dalla Consulta. Chiediamo - continua Barbieri - la gratuità, tempistiche certe e l’istituzione di una commissione medica multidisciplinare permanente. Nei prossimi mesi toccherà alle Istituzioni dare una risposta e non lasciare inascoltato l’appello di migliaia di cittadine e cittadini».

Depositata la proposta, si procederà ora con la verifica delle firme, quindi una commissione si esprimerà sull’ammissibilità della stessa. Nel caso di esito positivo, il Consiglio regionale avrà otto mesi per discutere il testo della proposta di legge che - spiegano i promotori - vuole «scongiurare il rischio che persone in condizioni di sofferenze insopportabili siano costrette a subire l’ostruzionismo del servizio sanitario» nell’applicazione della sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale sul suicidio assistito, come accaduto a Federico Carboni, il primo in Italia ad accedere al suicidio medicalmente assistito: un anno fa, Carboni ha posto fine alla sua vita dopo quasi due anni di sofferenza.

La stessa vissuta oggi dalla triestina Anna, che da oltre nove mesi chiede di porre fine alla sua esistenza. Dopo aver intrapreso, lo scorso giugno, un percorso giudiziario nei confronti di Asugi, la donna - affiancata dall’avvocata Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Coscioni - ha infine ottenuto nei giorni scorsi il primo «si» da parte dell’Azienda sanitaria verso il ricorso al suicidio assistito. Toccherà ora al comitato etico esprimere il proprio parere e, se positivo, Asugi potrà affiancare Anna nella sua ultima, libera decisione.




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