Lavoro  -  Redazione P&D  -  03/10/2024

Scuola, troppi precari e discriminati: l'Italia deferita alla Corte di Giustizia dell'UE

Per la Commissione europea il nostro Paese non ha adottato le norme necessarie per vietare l’abuso di contratti a tempo determinato e le differenze tra docenti rispetto alle condizioni di lavoro

La Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea per non aver posto fine all'uso abusivo di contratti a tempo determinato e alle condizioni di lavoro discriminatorie, secondo la direttiva del Consiglio 1999/70/CE.

Per la Commissione l'Italia non ha adottato le norme necessarie per vietare la discriminazione in merito alle condizioni di lavoro e l'uso abusivo di successivi contratti a tempo determinato.

La Commissione ritiene infatti che la legislazione italiana che determina lo stipendio degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche non preveda una progressione salariale incrementale basata sui precedenti periodi di servizio. E questo costituisce una discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato, che hanno diritto a tale progressione salariale.

Inoltre, contrariamente al diritto dell'Ue, l'Italia non ha adottato misure efficaci per impedire l'uso abusivo di contratti di lavoro a tempo determinato successivi di personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole statali. Ciò viola il diritto dell’Ue sul lavoro a tempo determinato.

 




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