Parliamo di smart-working e mobilità metropolitane.
Il Piano Integrato di Attività e Organizzazione o PIAO nelle pubbliche amministrazioni, e le pianificazioni aziendali nelle realtà industriali private, prevedono la possibilità di svolgere una percentuale di lavoro dipendente in modalità smart, con il cosiddetto smart-working o lavoro agile. Il lavoro agile è una modalità lavorativa per obiettivi, diversa dal telelavoro.
Lo smart-working permette ai lavoratori di conciliare in modo armonico le esigenze di servizio o aziendali con la propria vita personale, familiare, con i propri hobby.
Vediamo i potenziali rischi di un eccesso di smart-working.
Occorre stare attenti a non alienarsi con un eccessivo isolamento, perché il lavoro è anche socializzazione fra colleghi. Occorre inoltre definire bene gli orari di reperibilità durante il lavoro smart per non rendere lo smart una prigione casalinga no stop.
Vediamo invece le comodità dello smart: siccome è necessario evitare che il lavoratore diventi una marionetta nelle grinfie di una mobilità metropolitana aggressiva per la propria salute psicofisica, soprattutto per chi vive in zone molto distanti e mal collegate con il proprio luogo fisico di lavoro, lo smart-working aiuta a non far andare in burnout da mobilità il lavoratore già solo per arrivare al proprio luogo di lavoro, ancor prima di iniziare la giornata lavorativa.
Nelle aree metropolitane, e in particolare nella città di Roma, si muove quotidianamente un numero enorme di persone in metro, tram e bus, e per alcuni lavoratori metro, tram e bus rappresentano soltanto i mezzi finali dei propri spostamenti, soprattutto chi dalle altre province laziali o da altre regioni si sposta quotidianamente verso Roma e da Roma verso le proprie case extraurbane. Tutto ciò in aggiunta ai tantissimi lavoratori che, scioperi Atac di routine permettendo, si spostano da una zona all'altra di Roma utilizzando i mezzi pubblici.
Il Giubileo del 2025 sta per iniziare, molti dei lavori pubblici promessi non sono stati ancora ultimati, o non risultano adeguatamente funzionali ad una mobilità così ciclopica e intensiva.
Occorre dotare i lavoratori che lo vogliano di più giornate di smart-working. Lo richiedono le necessità gestionali urbane e di benessere dei lavoratori stessi: necessità evidenti a tutti. Basta andare al mattino o di pomeriggio in una stazione metro di Roma per capirlo.
O forse vogliono importare in Italia un lavoro che in Giappone esiste già da tempo? Mi riferisco agli spingi-persone nei mezzi megalopolitani. A Roma non c'è bisogno, ci pensano già i passeggeri di metro e bus a spingersi gli uni gli altri, di fronte ad un festival ideologico amministrativo che fa rimanere internalizzata la mobilità infraurbana, senza riuscire a garantire ordine e sicurezza, igiene e nemmeno funzionalità al servizio.
Intanto, non vedendo all'orizzonte processi di esternalizzazione dei servizi, chiediamo più smart-working per i lavoratori che per il proprio tipo di attività possono e vogliono accedervi! E intanto durante il Giubileo Dio solo ci salvi!
(Il presente testo è la trascrizione del discorso fatto nel 39° video edito su L'Opinione - opinione.it nella videorubrica "Il Graffio di Trisolino").
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