Un noto negazionista del danno esistenziale, in un recente commento alla sentenza n. 22585 del 3 ottobre 2013 pronunciata dalla sezione terza, ed in qualche modo apripista del noto trattato composta nella lucida pronuncia del 2014, commenta desolato qualle che descrive come una deriva incosulta operata dopo le quartine fotocopia del 2008, qui non di rado sottoposte a severa critica.
Lamenta l'occasione che avrebbe perduta la Corte di cassazione di confermare il proprio ruolo nomofilattico, a motivo della scellerata riesumazione -che tale non è- di danno morale ed esistenziale che invece si vorrebbero compresi -ed annullati- nel danno biologico. Secondo la sua tesi affermare la risarcivilità delle tre voci di danno, seppur con funzione descrittiva, allontana e non avvicina il principio dell'integrale riparazione del danno.
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