Chi ha l’impressione – malinconicamente - di vivere un po’ a fianco del buio, mezzo dentro e mezzo fuori, come in bilico, non è sicuro di cos’abbia dentro di sé. Non lo sa esattamente, ha dei sospetti, formula delle congetture, si domanda cosa pensi e senta in profondità. Ogni tanto, come un cielo orientale di notte, è attraversato da presenze e apparizioni improvvise: lampi di scena, figure veloci, che gli rivelano confusamente qualcosa di sé.
Un filo conduttore della sua vita - oggi - è la costante ricerca di appigli, di passaggi antropologici, di episodi, di voci, corpi, che lui possa assumere come luminosi, incoraggianti, come degli alleati sicuri. ‘’Ecco uno spunto, un indicatore amico, è questo che sono!’’.
Il passato in cui tutto era facile, positivo, in cui le cose andavano avanti da sole, per inerzia, che ora gli appare lontanissimo. Come morire, allora, è questo che vorrebbe? Come vivere in futuro?
Una parte di lui ritiene impossibile essere cambiato tanto, ricorda ancora quando, pensando a persone ricche e famose piombate all’improvviso nell’oscurità, si domandava: ‘’Com’è possibile’’. Si chiede cosa potrebbe capitargli, oggi, che fosse capace di riportarlo, nello spirito, magari nella cronaca, a stanze più dolci, più rosee