Il 24 – 26 novembre 2008, l’Università degli Studi di Milano ha organizzato un convegno sulla poetessa Antonia Pozzi (Milano 1912 – 1938) in occasione del settantesimo anno della sua morte.
Gli atti del convegno sono stati poi raccolti e pubblicati nel 2009 da Viennepierre Edizioni, in un volume dal titolo “… e di cantare non può più finire …” .
Antonia Pozzi studia all’Università degli Studi di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, optando per un curricolo in Filologia Moderna e una tesi dedicata alla formazione letteraria di Flaubert. E’ allieva di Antonio Banfi, che sarà anche relatore della sua tesi, ma - soprattutto - sarà centrale per la formazione umana e intellettuale di Antonia Pozzi. Negli anni universitari è altresì centrale la frequentazione con gli allievi di Banfi, tra cui spiccano Remo Cantoni, Dino Formaggio, Enzo Paci e Vittorio Sereni. Anche se la sua posizione nel gruppo banfiano nei passi dei suoi diari appare sofferta: “mi ritrovo in mezzo a due mondi, senza sentirmi a mio agio in nessuno di essi, e questo mi procura qualche difficoltà. Voi artisti mi chiamate un borghese, e i borghesi sono tentati di mettermi in prigione”.
Nelle poesie e nei diari di Antonia Pozzi la nostalgia e il pensiero della morte (della morte volontaria, non dimentichiamoci che Antonia Pozzi è morta suicida a soli 26 anni), si colgono nella loro stregata fascinazione: per la Pozzi ogni esistenza è colma di silenzio e di mistero, di ritrosia e di nascondimento, luminosa e oscura, aperta alla speranza e trafitta dal dolore.
In questo senso emblematica e premonitrice è la chiusura della sua tesi di laurea: “Noi siamo soli, soli come il Beduino nel deserto. Bisogna che ci copriamo il viso, che ci stringiamo nei mantelli e che ci gettiamo a teta bassa nell’uragano - e sempre, incessantemente – fino alla nostra ultima goccia d’acqua., fino all’ultimo battito del nostro cuore. Quando moriremo, avremo questa consolazione: di aver fatto della strada e di aver navigato nel Grande”.
Chiusura che si accompagna alle ultime parole lasciate da Antonia Pozzi: “Desidero essere sepolta a Pasturo, sotto un masso della Grigna, fra cespi di rododendro. Mi ritroverete in tutti i fossi che ho tanto amato. E non piangete, perché ora io sono in pace”.
Il resto è silenzio.
A questo link il trailer del film di Marina Strada "Poesia che mi guardi" su Antonia Pozzi
http://www.youtube.com/user/MarinaSpadaOfficial#p/a/u/2/GAa8VjKCqpE