Era arrivata la sera dell’inaugurazione; primo sabato di marzo, appuntamento per le otto. Quel pomeriggio Ina aveva chiesto a M. di accompagnarla: Largo Foscolo, “Le presento qualcuno, cinque minuti”.
Ventiquattr’ore prima l’ex-allieva aveva fatto, con un’auto dell’organizzazione, un salto a Frazione Brasca. Lì si trovava il nuovo locale, c’era stata la prova generale; tre i cambi di scena previsti fino all’alba.
Il grande giorno allora: otto meno dieci, quattro le auto in attesa; portelloni aperti, un drappello di persone attorno, caricavano borse e scatoloni. C’era il Deejay Jordan, un tipo bruno, canottiera da rapper; le altre due cubiste, Gloria e Lucy, tacchi alti, truccatissime; due buttafuori, Igor e Massimiliano, t-shirt nera, medaglioni, capelli rasati; Danilo in smoking blu navy; tre baristi, due tecnici delle luci. Marisa, una bionda platinata, cinquantenne, aria dispotica, che dava ordini a tutti.