\\\\\
L’abbandono di tipo economico; il tema è quello, in particolare, delle violazioni al dovere di mantenimento, nei confronti del coniuge e dei figli.
Si tratta di un filone di grande rilievo pratico; tanto più importante, agli effetti risarcitori, in tempi di crisi quali quelli che stiamo vivendo.
E va rimarcato come nella reazione a simili condotte - quasi sempre il marito/padre, con altrove un nuovo focolare, che smette di corrispondere quanto dovuto ai familiari di prima - tendano a evidenziarsi, anche nelle reazioni delle Corti, momenti di tipo esistenziale.
È evidente in effetti quanto spesso il venir meno di un sostegno avrà l’effetto, nella prima casa, di determinare sconvolgimenti: si pagano con difficoltà le bollette, si mangia peggio (offerte speciali soprattutto), il riscaldamento autonomo è contingentato, addio lezioni di violino (“Più in là magari”), l’insegnante privato di ripetizioni diventa un lusso (“Mi dispiace”),.
E non di rado accade che l’ex moglie, nonché madre dei figli a lei affidati, debba, per far quadrare il bilancio, mettersi a lavorare.
Così i bambini, ancora piccoli, si ritrovano più soli: devono badare a se stessi, risultano più indifesi, meno accuditi.
La sorella maggiore, bambina anche lei o quasi, diventa baby-sitter a tempo pieno dei fratellini.
L’atmosfera di casa peggiora, ogni scambio si fa pesante; i rapporti con l’ex “capofamiglia”, che non passa più un centesimo, si arroventano. Infelicità moltiplicate, a tutto campo; e un risarcimento esteso, se mai verrà il tempo, all’insieme complessivo delle voci.