PEGGIO DI UDINE E PORDENONE
Dal 9° al 30° posto. Incidono i dati su reati, invecchiamento e natalità. Male il “sistema salute”
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Scende la qualità della vita. A stabilirlo è la classifica annuale che mette in fila le 107 province italiane realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma. Il territorio triestino esce dalla “top ten” e passa dalla nona posizione del 2022 alle trentesima: nel raffronto con le altre province del Fvg Trieste si ritrova superata da Udine che passa dal 26esimo posto del 2022 al 19esimo e si allontana da Pordenone, che retrocede di due posizioni e dall’ottavo scende al decimo posto. Giù di tre posizioni Gorizia, dal 39esimo al 42esimo posto.
Al primo posto in Italia c’è la provincia di Bolzano. Sul podio le città metropolitane di Milano, seconda, e di Bologna che si tiene stretta la medaglia di bronzo. Ultima resta Crontone, al 107esimo posto. La qualità della vita è risultata buona o accettabile in 63 province italiane su 107. Sono nove le dimensioni di analisi incluse nello studio: affari e lavoro, ambiente, reati e sicurezza, sicurezza sociale, istruzione e formazione, popolazione, sistema salute, tempo libero e turismo, reddito e ricchezza. Con ulteriori 14 sottodimensioni e 92 indicatori di base.
Nella graduatoria affari e lavoro (tassi di occupazione, numero di imprese e startup) la provincia di Trieste scende dal quinto al 28esimo posto. Per quanto riguarda la qualità della vita associata all’ambiente (livelli di inquinamento, consumi pro capite di energia, verde pubblico, piste ciclabili) Trieste si piazza al 68esimo posto (era 40esima).
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Il piazzamento peggiore è nella classifica reati e sicurezza in cui la provincia di Trieste è addirittura 105esima (nel 2022 era 99esima): incidono in particolare l’elevato numero di denunce per tentati omicidi, violenze sessuali, lesioni, omicidi volontari e, in generale, reati contro la persona. L’elaborazione è peraltro su dati Istat 2021. Nella dimensione della sicurezza sociale, che include dati come infortuni sul lavoro, morti per tumore, feriti e morti in incidenti stradali e tasso di inattività della popolazione tra i 25 e i 34 anni, Trieste precipita dalla quarta posizione del 2022 alla 70esima.
Molto più lusinghiera l’immagine che emerge dalla classifica su istruzione e formazione in cui la provincia di Trieste conferma il suo secondo posto dietro a Bologna: incide in particolare l’alto numero di diplomati e laureati.
Non positivo il posizionamento nella graduatoria che comprende i parametri demografici: la classifica della popolazione vede infatti la provincia di Trieste al 91esimo posto, con un miglioramento rispetto al 104esimo dello scorso anno. Pesano dati come l’indice di vecchiaia e la natalità. Tutt’altro che lusinghiero anche il posizionamento nella classifica “sistema salute” dove il territorio triestino guadagna due posizioni rispetto alla scorso anno e si piazza al 94esimo posto: nella graduatoria sono contemplati indicatori come il numero di posti letto nei reparti ospedalieri e la disponibilità di determinate apparecchiature diagnostiche.
Nella classifica relativa al tempo libero e al turismo Trieste si colloca al 23esimo posto: inclusi fattori come la diffusione di alberghi, sale cinema, palestre, librerie, associazioni artistiche, ricreative e culturali.
Trieste torna a brillare nella classifica su reddito e ricchezza dove è la seconda provincia in Italia, dietro soltanto a Milano. Pesano il reddito pro capite, la retribuzione media annua, la ricchezza patrimoniale pro capite, la variazione ridotta dei prezzi al consumo.
«Da quando faccio il sindaco per tre volte Trieste è stata al primo posto nella classifica della qualità della vita del Sole24Ore, mentre lo scenario dipinto da ItaliaOggi è sempre stato peggiore – commenta il primo cittadino del capoluogo Roberto Dipiazza –. Insomma, aspetto la classifica del Sole24ore in arrivo nelle prossime settimane»
Per il consigliere regionale e comunale del Pd Francesco Russo «così cade l’ultimo muro perché davanti alle critiche dei cittadini sulle opere pubbliche, sulle periferie abbandonate, sul disagio sociale la risposta del sindaco è sempre stata la stessa, ovvero farsi bello delle classifiche quando queste erano positive, ma ora proprio le classifiche confermano che il capoluogo vive un periodo di degrado, e di sicuro nel resto della provincia la qualità della vita è superiore».