A cosa servono inasprimenti di pena sulla violenza o modifiche legislative come il codice rosso se i processi relativi, che dovrebbero avere un percorso privilegiato, vengono invece trattati nelle aule di giustizia al pari degli altri, disponendo rinvii fra una udienza e l'altra anche di un anno?
Per chi non vive i tribunali può sembrare non credibile, ma noi avvocati tocchiamo con mano come la tutela delle donne oggetto di stalking o di violenza patisce le lunghezze giudiziarie come qualsiasi altra vicenda.
E così un processo di questa mattina, di una donna perseguitata in modo pericoloso, angosciante, aberrante dal suo ex, finalmente arrivato all'attenzione del giudice, viene rinviato d'emblèe per sentire la vittima ed i primi testi - dei 10 indicati dal pubblico ministero - all'ottobre 2024.
Chi restituirà a questa persona la serenità in questo anno che dovrà passare prima di ascoltare anche un solo testimone del suo calvario?
Cosa potrà distogliere, sempre in questo anno che verrà e in tutti quelli che necessiteranno per arrivare ad una pena certa, dalla mente del persecutore la certezza dell'impunità?
Ecco: domani scarpe e panchine rosse convegni, servizi e dibattiti con tanti "mai più".
Noi avvocati chiediamo qualcosa che serva davvero.