“L’ho colpita con un martello, poi le ho tagliato la gola. È stato un atto di pietà”. A dirlo nella sua confessione messa a verbale dai carabinieri è D.F., l’uomo reo confesso dell’omicidio
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Emergono ulteriori, agghiaccianti, dettagli circa la confessione di D.F., l'uomo reo confesso che ha ucciso e smembrato Carol Maltesi, la 26enne i cui resti sono trovati in alcuni sacchi di spazzatura. F., ex compagno della vittima, ha confessato tutto ai carabinieri, raccontando, come riportano i principali quotidiani, che "dovevamo fare un video, il secondo più violento del primo".
Secondo le dichiarazioni riportate, F. avrebbe detto che a seguito della prima scena di sesso con Carol Maltesi, la coppia sarebbe salita "in camera da letto dove ho legato i suoi polsi al palo da lap dance e le ho messo un sacchetto di plastica nero sulla testa". La denuncia della scomparsa della 26enne Carol è arrivata proprio da F. che, andato dai carabinieri, ha raccontato come la ex fosse "andata via con la 500" salvo poi cambiare versione e dire di aver utilizzato lui stesso l'auto "fino a mercoledì o giovedì scorso". Come riporterebbero i verbali, il presunto assassino ha raccontato che "Carol era completamente nuda, sdraiata a terra a pancia in su. Le ho legato i piedi, ho preso un martello e ho cominciato a colpirla ovunque, dalle gambe in su". Poi, avrebbe aggiunto, "una volta arrivato alla testa ho cominciato a colpirla forte".
F. non ha saputo da spiegazioni del gesto: "Non so perché l'ho fatto, non ho idea di cosa sia successo. Lei si muoveva ma io continuavo a colpirla". Poi, dopo i violenti colpi, le ha tolto il sacchetto dalla testa: "Credevo fosse morta – ha detto ai militari -. Perdeva molto sangue e non sapendo che altro fare le ho tagliato la gola con un coltello da cucina". La ragazza era in agonia e F. ha descritto il gesto come "un atto di pietà". Dopo essersene andato, è tornato nell'appartamento e ha cominciato a smembrarne il corpo e gettarne i pezzi in cinque sacchi neri successivamente abbandonati a Borno. Il tutto, riportano gli inquirenti, con l'auto di Carol Maltesi di cui F. aveva anche il cellulare.