DA ASHLEY JUDD A MIRA SORVINO: “È UN PREDATORE SERIALE, VOGLIAMO GIUSTIZIA”
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Centinaia di commenti sul web contro la decisione della Corte d’Appello di New York, che ha ravvisato un «errore procedurale» nell’utilizzo di testimoni su fatti precedenti alle accuse
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Un coro di dissenso e parole di rabbia affollano il web il giorno dopo l’annullamento della condanna a 23 anni per Harvey Weinstein. L’«errore procedurale» ravvisato dalla Corte d’Appello di New York ha raggelato molte protagoniste del mondo del cinema. Tra loro l’attrice e attivista Ashley Judd, una delle donne che ha pubblicamente accusato di violenze e abusi Harvey Weinstein, l'ex produttore cinematografico di Hollywood il cui caso innescò il movimento #MeToo: che ha parlato di «atto di tradimento istituzionale». L’ex produttore di film di successo come Pulp Fiction e Shakespeare in Love e un tempo fra gli uomini più in vista d’America, era stato condannato nel 2020 per aggressioni e violenza sessuale.
Nell'ottobre 2017, insieme alla collega Rose McGowan, è stata tra le prime a denunciare pubblicamente le molestie sessuali subite anni prima dal produttore: il gesto ha portato altre e famose colleghe a uscire allo scoperto, contribuendo a svelare uno scandalo che ha destato grande scalpore nell'ambiente.
Nel 2019 durante un evento pubblico ha dichiarato: «Sono stata stuprata tre volte. In una delle tre occasioni sono rimasta incinta. Per questo sono molto grata per aver avuto la possibilità di abortire in modo sicuro e legale».
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I giudici, a maggioranza, quattro voti a favore e tre contrari, hanno ritenuto un «errore madornale» ammettere al dibattimento quattro presunte vittime, che avevano raccontato le loro storie, ma i cui casi non facevano parte dei capi di imputazione del processo. Più di cento donne hanno accusato in questi anni Weinstein di comportamento illegale, tra casi di stupro, abusi e molestie sessuali. Weinstein non tornerà libero perché deve scontare anche una condanna di 16 anni comminata dalla corte di Los Angeles per un caso di stupro avvenuto a Beverly Hills, ma adesso le vittime faranno pressione perchè il processo newyorkese venga rifatto e arrivi a una nuova condanna.
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«Questo - ha commentato Jennifer Siebel, moglie del governatore della California Gavin Newsom e una di quelle che ha accusato l'ex produttore - è un giorno molto triste per un numero infinito di donne che hanno sofferto a causa di un predatore seriale. Weinstein - ha aggiunto - e' uno stupratore. Il coraggio delle donne che si sono fatte avanti per raccontare quello che hanno vissuto farà in modo che Weinstein possa morire in prigione». The Silence Breaker, un gruppo di accusatrici, ha definito la notizia «sconfortante» e «profondamente ingiusta».
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Elizabeth Fegan, un avvocato che ha difeso in tribunale alcune vittime, inclusa la moglie del governatore Newsom, ha commentato: «Molti pensavano che il processo di Los Angeles fosse stato superfluo dopo la condanna del 2020 a New York. Invece non è stato così e adesso ne abbiamo la prova». Proprio grazie al processo in California, Weinsterin resterà in carcere. L'ex mogul di Hollywood, 72 anni, ha sempre respinto ogni accusa. Attualmente e' rinchiuso in prigione nello Stato di New York. Soffre di diabete, di problemi alla vista e al cuore. La procura distrettuale di Manhattan, guidata da Alvin Bragg, lo stesso che segue il processo in cui è imputato Donald Trump, ha promesso che farà di tutto per istruire un nuovo processo "e garantire giustizia alle vittime».
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L'avvocato di Weinstein, Arhtur Aidala, ha dichiarato in serata che il suo cliente è «pronto fin dal primo giorno a tornare in aula». I legali hanno impugnato la sentenza in California e sperano che la decisione della Corte d'appello newyorkese possa aiutare la loro posizione.
L’attrice Mira Sorvino ha commentato su X: «È un prolifico predatore seriale che ha violentato/fatto del male a più di 200 donne! Disgustato dal sistema giudiziario che distorce i predatori e non le vittime>>