Letteratura  -  Palumbo Valeria  -  14/04/2011

TUTTI A SCUOLA – Valeria PALUMBO

Certo, direte, c’è stata la tv. E, a onor del vero, nei primi decenni, il suo lavoro l’ha fatto. Anche se, come raccontava lo stesso De Mauro, una ricercatrice pugliese scoprì, negli anni Sessanta, che i contadini della sua regione, pur guardando incantati Mike Bongiorno, non lo capivano ed erano convinti che parlasse spagnolo.

Per un certo periodo, lo Stato italiano (repubblicano) ha provato a far studiare gli italiani. Non a caso l’unico vero salto di alfabetizzazione si è avuto nell’immediato dopoguerra. Poi, sia le percentuali di chi parla un italiano corretto (e non lo mischia con dialettismi che spesso hanno un unico effetto: rovinano sia il dialetto sia la lingua) sia quelle dei titoli di studio sono cresciute con un ritmo esasperatamente lento. E a volte hanno segnalato una lieve inversione di tendenza.

Anche qui direte: se laureati e diplomati trovano meno lavoro di chi ha solo la terza media, perché mai i ragazzi dovrebbero studiare? A parte che non è esattamente così, ci sono due ottimi motivi: perché chi non studia non è padrone delle sue scelte. Banale, ma sempre vero: se gli italiani non sono in grado di capire che cosa dicono loro politici, magistrati, commercialisti, avvocati e giornalisti, come possono agire in modo avvertito e quindi consapevole?

La seconda, la spiegava Carlo Cattaneo, un grande risorgimentale troppo spesso dimenticato e mal “utilizzato”: «la ricchezza di un popolo, non sta nei capitali che possiede, ma sta nella cultura delle istituzioni e nella sua conoscenza».

Nel ricordarlo Tullio De Mauro (già ministro della Pubblica istruzione tra 2000 e 2001... e altri tempi...) ha sottolineato dunque che c’è un legami strettissimo tra conoscenza della lingua e scuola. Che, se non si parla l’italiano, non lo si capisce. Che c’è dunque, forse, una ragione per cui i governi hanno ignorato i suggerimenti di molti intellettuali, a partire da Alessandro Manzoni e Carlo Cattaneo, di puntare sulla scuola.

Mi permetto di aggiungere che la ragione è evidente, così come lo sono gli attacchi alla scuola pubblica degli ultimi governi di centrodestra. Fino all’ultima, assurda proposta di una parlamentare, Gabriella Carlucci, per altro celebre per avanzare caterve di proposte di legge mai accettate. Questa volta però, visto il clima, rischia per lo meno di conquistarsi ascolto. Secondo la Carlucci bisognerebbe istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sulla “imparzialità” dei libri di testo scolastici.

Ci aveva già provato Francesco Storace, quando era “governatore” del Lazio, a riscrivere almeno i capitoli sul fascismo e la resistenza. Adesso, a sentire la Carlucci, l’imparzialità si è estesa e i ragazzi apprendono a scuola a odiare il premier Silvio Berlusconi. Ovviamente, quindi, l’attacco è ai manuali di storia. Non a caso tutte le dittature iniziano con una riscrittura mitica del passato. Il prossimo numero de L’Europeo è dedicato ai 20 anni delle guerre nella ex-Jugoslavia e della Lega, in Italia: entrambi i fenomeni poggiano su una riscrittura “mitologica” e terribile delle storie nazionali. Il pericolo è evidente.

Hanno fatto dunque benissimo la Società italiana per lo studio della storia contemporanea e la Società italiana delle storiche a reagire subito e a ricordare, fra l’altro: «Sfortunatamente tali controlli sono esistiti e ancora esistono, per esempio in molte società sovietiche e post sovietiche, e nelle cosiddette “democrazie autoritarie”, che proprio della libertà hanno fatto strame a vantaggio di appelli e pratiche demagogiche.

È dunque triste ma necessario dover ribadire, in un Paese occidentale come il nostro, che le legittime divergenze di interpretazione storiografica, e i conflitti anche culturali che le accompagnano, trovano la loro mediazione nella libertà garantita dal mercato e sono connaturate alla natura aperta e democratica della nostra società, cui ripugna ogni intromissione del potere politico nella libera competizione delle idee».




Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film