Potrebbe essere utile, in un futuro non troppo lontano, pensare a convogliare la sostanza delle più importanti leggi - fra quelle emesse per i meno fortunati, dal Parlamento italiano, nel corso degli ultimi sessant’anni- entro un contenitore unitario.
Una raccolta completa di disposizioni, un testo unico, una sorta di ‘’codice della fragilità’’.
Senza che figurino schiacciate, così facendo, le peculiarità dei vari ambiti; con l’obiettivo tuttavia di mettere in luce gli elementi generali della materia. Precisando sempre le chiavi identitarie dei singoli comparti: quelle utili a superare, volta per volta, gli elementi di contrasto fra le indicazioni dell’un settore e dell’altro.
Potrebbe essere, anzi, opportuno far rientrare nel discorso pure ambiti a valenza prettamente giurisprudenziale, nonché materiali dal respiro transazionale.
Fra i lemmi e i passaggi di maggior rilievo allora, a titolo esemplificativo.
(a) Divorzio, approvazione della legge nel 1970 e mancata abrogazione col referendum del 1974: passa con queste due momenti, distanziati fra loro di pochi anni, il dato per cui le persone infelici a causa di un matrimonio sbagliato devono essere libere di spezzare un vincolo che non mantiene ormai, per loro, alcun significato;
(b) Danno biologico: si afferma, con le sentenze di Genova e di Pisa del 1974, l’idea che l’essere umano conta non solo quale macchina produttiva di reddito; è per se stessa che vale la persona, nel sistema, come creatura immersa in relazioni varie, con un proprio insieme di passioni e di impegni;
(c) Riforma del diritto di famiglia: gli obblighi nascenti dal matrimonio riguardano entrambi gli sposi, senza differenze, l’indirizzo della vita coniugale è stabilito sia dall’uno che dall’altro consorte, insieme, sui figli il potere di guida spetta ad ambedue i genitori, paritariamente;
(d) Legge 180: il manicomio non costituisce una buona risposta, per le persone che soffrono mentalmente, basta con le esaltazioni dei saperi e dei poteri della scienza medica, le classificazioni di stampo kraepeliniano non vanno sopravvalutate, nemmeno le etichette del DSM americano sono la panacea.