Una sezione classica nei manuali di psichiatria, quella del “Double Bind”. “Caro, esci pure a distrarti anche stasera con gli amici, ne hai diritto, non preoccuparti se me ne resto qui sola a casa a piangere, come al solito”.
Comunicazioni sghembe, tortuose, fondate su un paradosso.
“Ignorate questo messaggio”: un ordine che contiene indicazioni distinte, inconciliabili fra loro, nessuna delle quali osservabile da chi lo riceve senza calpestare l’altra.
“Sii spontaneo”: qualora il destinatario disobbedisca, è un palese trasgressore, ma tale sarà anche se obbedisce, visto che farà così qualcosa di non spontaneo.
Il doppio legame, invenzione della scuola americana di Palo Alto, con Gregory Bateson, anni ’50. Tutti noi ne facciamo abbondante uso quotidiano, che ce ne rendiamo conto o no.
Possibile una condanna riparatoria in casi limite, là dove emerga che l’offuscamento dissociativo non era completo, in chi parlava, dall’altro che i messaggi erano dettati da malevolenza, rancorosità.
L'abuso d'ufficio: il dirigente sfrutta il doppio legame di un ordine, per fare poi da spettatore alla rovina del sottoposto.
Il famoso esempio della “sorpresa al lago”. Una madre va a trovare il figlioletto in colonia, arriva inaspettata, il figlio la vede da lontano, resta immobile per lo stupore. Lei incoraggiante: “Sono qua carino, sorpresa - cosa fai lì impalato?”. Il bambino spicca una corsa, le getta le braccia al collo, comincia a stringerla felice, e lei irrigidendosi: “Attento piccolo, mi stropicci il colletto, è di seta, mi stai sciogliendo il nodo”. Il bambino blocca ogni trasporto, imbarazzato, e lei: “Ah, ma ha ragione allora la tua mamma a pensare che non le vuoi più bene!”),
Due minuti così e il bambino non capirà più niente.
Che fare qui?