3MILA EURO PER UNA CONFERENZA, 4MILA PER LA PREFAZIONE DI UN LIBRO, 5MILA PER UNO SPETTACOLO TEATRALE
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L’intervista a Dario Di Caterino, l’uomo che ha scritto la lettera anonima girata dal ministro Sangiuliano all’Antitrust
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Sgarbi, nella nuova puntata di Report il “tariffario” del sottosegretario: 3mila euro per una conferenza, 4mila per la prefazione di un libro, 5mila per uno spettacolo teatrale
Report ha realizzato un'intervista esclusiva, insieme al Fatto Quotidiano, che andrà in onda nella puntata di questa sera su Rai3, a Dario Di Caterino, l'uomo che ha fatto dimettere Vittorio Sgarbi. Di Caterino faceva parte del cerchio magico di Vittorio Sgarbi, ma lo scorso ottobre scrive una lettera anonima a decine di indirizzi istituzionali. In allegato, tutta la documentazione sulle attività professionali dell'allora sottosegretario. Il ministro Sangiuliano trasmette tutto all'antitrust, che apre un'inchiesta. La decisione è giunta ieri: per l'authority l'attività di conferenziere a pagamento svolta da Sgarbi è incompatibile con l'incarico di governo, secondo quanto afferma la Legge Frattini sul conflitto di interessi. L'ex manager di Sgarbi - fa sapere la trasmissione - racconta anche di numerose attività pagate in contanti che potrebbero essere sfuggite agli occhi dell'Antitrust.
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E descrive il tariffario del critico d'arte e politico: una conferenza vale 3mila euro, uno spettacolo teatrale almeno 5mila euro, la prefazione di un libro 4mila euro. In totale il sottosegretario ha ricavato più di 300mila euro in un anno dalla sua attività professionale. Che occupava gran parte del suo tempo: l'authority ha conteggiato 121 eventi in 12 mesi. In molti casi - emerge ancora nell'intervista - le presenze a pagamento di Sgarbi venivano fatturate dalle società Hestia e Ars, i cui titolari sono rispettivamente Sabrina Colle (fidanzata ufficiale di Sgarbi) e Nino Ippolito (il suo ufficio stampa storico, poi nominato Capo segreteria al Ministero della Cultura). Report ha realizzato anche un'intervista a tre ex autisti di Sgarbi. Uno di loro - si scopre dalla trasmissione - avrebbe acquistato per 10 mila euro in contanti un Valentine du Boulogne valutato poi 5 milioni, un altro sarebbe stato usato come prestanome per una società in fallimento e il terzo, multato per alta velocità e privato della patente, sarebbe stato compensato con un assessorato antimafia.