Mai interdire le persone in coma, né quelle in stato vegetativo; per quanto spessi siano i fantasmi che possono affliggerle.
La condizione di immobilità naturale - e di irraggiungibilità per tutti - basterà qui a sventare ogni insidia burocratica: sub specie di disguidi via web, di malintesi per telefono o dal vivo, con o senza l’inganno di terzi.
Ecco perché non avrebbe senso accanirsi: Eluana Englaro andava anch’essa disinterdetta, dal marzo 2004, e protetta di lì in avanti con l’Amministrazione di sostegno.
Vietato in questa lunghezza d’onda, può aggiungersi, esagerare con lacci e con divieti.
Mai ricorrervi in particolare negli atti giudiziali, una rappresentanza semplice appare più che sufficiente, in vista della protezione. Mai infierire sui beneficiari inconsapevoli, con esautorazioni o divieti operativi.
Grottesca l’idea di un magistrato proteso sul giaciglio di Eluana. “L’abbiamo disinterdetta, signorina, ecco il decreto, avrà in futuro un guardiano meno arcigno del tutore”. “Non potrà fare grossi acquisti però, neanche sposarsi, disconoscere figli”. “Nessun testamento, attenzione, proibiti regali di valore, non potrà adottare un bambino …”.