Amministrazione di sostegno  -  Redazione P&D  -  13/10/2021

No al documento dell'UNASAM sull'A.d.S. - Manuele Pizzi

Ho letto il documento, il contenuto delle affermazioni riportate sono, per me, al 90%,  incondivisibili, ed a tratti incomprensibili.

Dal tenore complessivo di tale proposta, personalmente, evinco una non approfondita conoscenza dell'impianto giuridico dell'amministrazione di sostegno, a partire dal travisamento dell'art. 1 della L. 6/2004.

Leggendo, passo dopo passo, la missiva,  UNASAM considerava la L. 6/2004, all'atto della sua approvazione, una proposta di civiltà; ebbene, differentemente a quanto asserito nella suddetta "proposta", la L. 6/2004  resta tuttora, nel diritto vivente, un avamposto di civiltà giuridica, che deve tutelare la persona fragile e non si deve farsi carico delle aspettative e delle pretese (anche di natura patrimoniale) manifestate da terzi.

Di questo attacco frontale all'istituto dell'amministrazione di sostegno, si fa leva su tal riferita "professionalizzazione" dell'A.D.S. contro un gradito "impegno civile volontaristico e gratuito che doveva privilegiare alla nomina i familiari della persona beneficiaria o persona di fiducia", quest'ultimo inciso mi ricorda l'istituto del c.d."consiglio di famiglia" statuito nel Codice Civile del 1865. 

Ora, premesso che non penso sia possibile che un libero professionista possa vivere solo con le amministrazioni di sostegno, sarebbe  materialmente impossibile. 

Poi mi chiedo: impegno civile e professionalità non si possono coniugare fra loro?

Gratuità equivale sempre ad onesta?

La missiva denuncia la violazione dell'art. 408, Co 3, Cod. Civ., ebbene su questo, manca l'estensione di un essenziale interrogativo sul perchè avviene ciò: il fenomeno degli incarichi in violazione della suddetta norma, è  cagionato dall'indubbia esistenza di fascicoli a perti a beneficio di persone incapienti, quindi, il libero professionista incaricato non solo non verrebbe indennizzato per il lavoro svolto, ma non potrebbe nemmeno recuperare le spese vive sostenute.  Se un libero professionista non può vedersi un minimo "ristorato" per l'attività svolta è naturale che rifiuta gli incarichi: questo è il conseguente e fisiologico contraccolpo del paradigma idealistico gratuità senza se e senza ma.

Con riguardo a ricevute "segnalazioni da parte di beneficiari o delle loro famiglie, relative ad una serie di abusi", a mio avviso, più che esprimere mere doglianze, sarebbe più costruttivo aprire una riflessione sui contenuti dei provvedimenti (frutto di procedimenti giurisdizionali connotati dal principio del contraddittorio fra le parti) emessi dai Giudici Tutelari, o dai giudici del reclamo, con riguardo alle riferite richieste di revoca della misura  o sostituzione dell'amministrazione di sostegno.

Non una parola, nemmeno una, sugli amministratori di sostegno (liberi professionisti) che agiscono in silenzio e fanno gli interessi dell'amministrato: Tutti gli ADS sono così cattivi? Tutti gli ADS commettono "inadempienze ed abusi" ? Suvvia...

Venendo alle singole proposte dell'UNASAM, con riguardo al Punto 2) inerente la "Scelta dell'A.D.S.", mi pare che veicoli un auspicio totalmente pleonastico, dato che già esiste già l'art. 408, Co 1°, Cod. Civ.

Venendo alla riferita necessità di "essenziale e presuntiva gratuità dell'incarico", pare voglia imporre la disapplicazione (illecita) dell'art. 379 c.c., l'ipotesi dell'UNASAM comporterà un generale discarico  delle situazioni incapienti sia da parte dei liberi professionisti, sia da parte delle Associazioni. Chi è incapiente avrà parenti, ma di certo non ha una rete familiare... basta la quotidianità di chi sta sul campo: esistono anche le famiglie disfunzionali, mi stupisce che nella missiva UNASAM non ne venga fatta minima menzione.  

Potrei sbagliarmi, ma sullo sfondo, pare che emerga  l'idea che la compagine familiare abbia il diritto di esercitare una sua sovranità esclusiva ( e priva di controllo) sul patrimonio del proprio congiunto fragile, in estrema sintesi: va bene che ci sia l'A.D.S, ma subordinato al volere dei familiari.

Riguardo al Punto 6) mi verrebbe da sottolineare che la visibilità dei fascicoli delle amministrazioni di sostegno sia già consentito in modalità telematica, tramite il PCT, tramite il avvocato di fiducia, senonchè, con l'emergenza pandemica è stata, utilmente, migliorata l'informatizzazione degli Uffici giudiziari. Il Punto 6 delle proposte UNASAM sembra che voglia incentivare le estrazioni di copia del fascicolo in via meramente esplorativa: nel senso di trovar qualsiasi appiglio per attaccare l'A.D.S.   No, non è questo lo spirito giusto per lavorare. 

Pertanto, esprimo la mia contrarietà al contenuto di tale documento.

 




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