Subito Guido si era dato da fare. Polso debole, colpi di tosse, le dolevano i bronchi; l’aveva aiutata a sistemarsi nella stanzetta degli ospiti, già pronto il letto.
Perché si cambiasse aveva tirato fuori delle t-shirt; manica corta, di cotone scuro, quelle che usava lui per dormire. “Pazienza se le andranno un po’ grandi”. Le aveva dato un’aspirina, sciolta nell’acqua; era sceso in strada poi.
Chiamato il medico di famiglia, il dottor Solis, da cui era stato tranquillizzato.
Al supermercato all’angolo aveva acquistato del tè, usava sempre il Twinings Earl Grey. Una scatola di biscotti olandesi, delle mele Fuji, dei limoni; e ancora zucchero scuro, della cannella, dadi da brodo, un paio di minestre di verdura surgelate. In farmacia della tachipirina, un balsamo contro la tosse, un gel speciale all’eucalipto per i bronchi, una tisana anti-infiammatoria, da poco in commercio.
Tornato su, si era affacciato da lei, che era in dormiveglia; smaniava, si agitava, cuscini in disordine. Guido si era spostato in cucina, gli arrivavano dei colpi di tosse. Una volta preparato il tè, gliel’aveva portato coi biscotti; lei si era limitata a qualche sorso. Poi una vitamina; minestre no grazie. Le aveva sistemato la televisione in stanza, “Per stasera magari”: lei aveva detto di non voler vedere niente.
Di nuovo in cucina, aveva sbucciato due mele, infilandole in forno; vino, zucchero, una punta di cannella. Lei mezza addormentata. Lui in bagno poi, a prendere un catino con acqua fredda, un piccolo asciugamano, le aveva rinfrescato la fronte. Si sentiva il respiro pesante, piccoli sibili su e giù per i polmoni.
L’aveva messa seduta Guido, a quel punto, sfilandole la maglietta; versandole sulla schiena del gel, spalmando delicatamente. Rimessa una maglia asciutta, subito dopo, l’aveva rinfrescata con la pezzuola, sulle tempie.