Abstract.
L’odio nei confronti dei minorenni è esasperante. Diviene con il trascorrere del tempo insostenibile, inaccettabile. È come se le coscienze si fossero risvegliate dinanzi al torpore dei secoli. Improvvisamente la prima nota di un compositore ha destato la sequela di armonie. Si ricercano le identità dei minorenni, le integrità delle persone e le loro dignità. Il minorenne è così posto al centro dell’universo. Non più l’uomo; eppoi la donna. Ma anche il bambino. Così comprendiamo quanto sia stata lesiva e deprimente la discriminazione. E cominciamo a comprendere che l’odio nei riguardi dei minorenni ha generato degenerazioni sociali. L’odio nei confronti dei minorenni è un disordine mentale. Non vi è dubbio che esso debba essere indagato, definito, categorizzato e catalogato nelle diverse cause e manifestazioni. Gli enti pubblici non dovrebbero più farsi carico dei costi sociali dell’odio diffuso, ma sarebbero i soggetti agenti, i responsabili ad essere chiamati a rispondere individualmente delle proprie azioni ed a risarcirne gli accadimenti lesivi. Tale prospettiva garantista si propone di denunciare le recenti politiche rimediali, che non abbiano saputo enunciare la soglia di insostenibilità dell’odio. Fintanto che l’odio sia stato perseguito per alcune categorie politiche, ma non oltre i confini delle altre. Disconoscendo, così, che esso sia la causazione di un reato assoluto. In tal senso, l’autore ritiene che le scienze contemporanee debbano adiuvare gli interventi del legislatore e si auspica che, anche mediante tali articoli, ci si proponga di approfondirne i casi umani e le causazioni giuridiche dell’odio.
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