Nota a CEDU - Affaire A.P., Garçon Et Nicot C. France 6 aprile 2017
Per un transessuale modificare i documenti infatti in Francia è una procedura ancora lunga e molto costosa. Ci vogliono due anni e 3.000 euro circa. Al tribunale va inoltre fornito un certificato medico di sterilizzazione, cosa che è contrata ai diritti dell"uomo.
Nel caso sottoposto all"esame della Corte EDU i ricorrenti avevano fatto inutilmente ricorso alle competenti Corti per ottenere la rettifica del sesso sui documenti (anagrafe, carta d"identità etc.).
Il primo allegava quattro certificati medici che attestavano una sindrome tipica del transessualismo e l"avvenuta operazione di cambio del sesso in Thailandia. In questo caso, il tribunale chiedeva che il ricorrente si sottoponesse ad una CTU medica. La richiesta venne rifiutata perché ledeva la sua integrità fisica.
In appello gli fu concessa solo la rettifica del suo nuovo nome femminile.
Negli altri due casi la richiesta fu rifiutata perché non fu data prova delle terapie mediche e chirurgiche per la riassegnazione del sesso.
La legge francese subordina infatti, la rettifica del sesso all"effettivo cambiamento, ma per i ricorrenti questa richiesta umiliante comportava un"irreversibile sterilità influendo sulla loro privacy ed integrità fisica.
La Corte EDU conferma la sua posizione circa il divieto di sottoporre la persona affetta da disforia di genere alla sterilizzazione per la rettifica degli atti dello stato civile, cosa che aveva già fatto con un suo noto precedente, nel ricorso Y.Y. v. Turkey.
« La Cour a notamment jugé que le fait de conditionner la reconnaissance de l"identité sexuelle des personnes transgenres à la réalisation d"une opération […] stérilisant[E] qu"elles ne souhaitent pas subir revient à conditionner le plein exercice du droit au respect de la vie privée à la renonciation au plein exercice du droit au respect de l"intégrité physique. »
« La conclusion de violation de l"article 8 de la Convention dans la présente affaire a en fait pour conséquence qu"afin d"éviter de futures violations de cette disposition, 22 États membres devront modifier leur législation et supprimer l"exigence de stérilisation pour la reconnaissance juridique de l"identité de genre des personnes transgenres ; sans oublier les sept États membres dans lesquels aucune possibilité n"existe actuellement de faire reconnaître juridiquement cette identité »
Tuttavia, la CEDU ritiene che il giudice francese è nel suo pieno diritto di richiedere agli interessati di presentare ad un esame medico: « S"agissant enfin de l"obligation de subir un examen médical […] la Cour reconnaît aux États parties une large marge de manœuvre. La Cour retient que, même si l"expertise impliquait un examen de l"intimité génitale, l"ampleur de l"ingérence potentielle dans l"exercice de son droit au respect de sa vie privée mérite d"être significativement relativisée. […] Il n"y a donc pas eu violation de l"article 8 à cet égard. »
Lo Stato ha degli obblighi di cura e di protezione, ma, nell"imporre la sterilizzazione come condizione essenziale per ottenere la rettifica del sesso sui documenti, condiziona il pieno esercizio del diritto al rispetto della privacy di un individuo alla rinuncia dell"esercizio di quello all"integrità fisica (Y.Y. c. Turchia del 2015 e Soares de Melo c. Portogallo del 16/2/16).
L"evoluzione della giurisprudenza della Corte EDU ha condotto ad affermare la violazione dell"art. 8 (diritto al rispetto della vita privata) nei casi in cui la legislazione nazionale consenta il mutamento di sesso ma lo subordini a determinati trattamenti medici. Sul tema è intervenuta la Corte, con il caso L. v. Lithuania , condannando lo Stato convenuto nonostante il richiedente avesse dovuto sottoporsi soltanto a trattamenti parziali.
La Corte EDU, con il ricorso Y.Y. v. Turkey, è stata poi chiamata ad esprimersi sulla compatibilità con la Convenzione Europea dei Diritti dell"Uomo dell"art. 40 del Codice civile turco che prevede la incapacità di procreare fra i requisiti per ottenere l"autorizzazione al cambiamento di sesso. Secondo quella norma, per potersi sottoporre ad interventi medico-chirurgici di riassegnazione di sesso è necessaria una previa autorizzazione del Tribunale che può essere rilasciata soltanto in favore di una persona transessuale maggiorenne non coniugata(45) che sia in grado di provare, tramite documentazione medica, la necessità dell"adeguamento anatomico per la tutela della propria salute psichica. Altresì deve provare, sempre tramite attestazione medica, di aver irreversibilmente perso la capacità di procreare. Sterilizzazione e intervento medico-chirurgico sono requisiti distinti perché la sterilizzazione non passa necessariamente attraverso l"intervento medico-chirurgico (potendo, infatti, essere ottenuta anche attraverso un trattamento farmacologico) e l"intervento chirurgico non determina necessariamente l"incapacità definitiva a procreare potendo riguardare anche soltanto i caratteri sessuali secondari.
In questo modo non bilancia equamente gli interessi in gioco e viene meno ai doveri positivi imposti dall"art. 8 Cedu.
Nei Principi di Yogyakarta, elaborati nel novembre 2006 da esperti internazionali di diritti umani, si ribadisce: "Nessuno può essere obbligato a sottoporsi a procedure mediche, compresa la Riassegnazione Chirurgica di Sesso, la sterilizzazione o la terapia ormonale, come richiesta per il riconoscimento legale della propria identità di genere."
In Italia sarebbe indispensabile uno specifico intervento a livello legislativo diretto ad introdurre dei correttivi alla Legge n. 164/1982 tali da permettere il cambiamento almeno del nome della persona come in Germania oppure che, come in Spagna o Regno Unito, venga a riconoscere, sussistendo determinati presupposti, il cambiamento del nome (e del genere) senza doversi sottoporre ad un intervento medico chirurgico, garantendo il libero sviluppo della personalità e della dignità della persona.
In questi Paesi non è più necessario l"intervento medico chirurgico demolitivo / ricostruttivo al fine della positiva rettificazione del sesso nei registri di stato civile; né il trattamento medico volto a conciliare le caratteristiche fisiche al sesso preteso, nel caso in cui vi siano condizioni di salute o di età, medicalmente accertate, tali da non poterne effettuare alcuno.
La stessa Corte Costituzionale tedesca ha affermato che un"operazione obbligatoria sui genitali, contraddice l'odierna evidenza scientifica: "La letteratura scientifica non vede più alcun buon motivo per delle pratiche di fatto discriminanti, che riguardino stato civile tra transessuali operati e non".
L"esperienza di vita delle persone transessuali e transgender, così come la ricerca scientifica in quest"area, hanno ampiamente dimostrato come l"equilibrio psicofisico di queste persone non implichi necessariamente l"adeguamento chirurgico dei genitali, che al contrario spesso viene forzato dalla necessità di « regolarizzare» una situazione intermedia[1].
È importante quindi che la scelta del trattamento in casi di Disforia di Genere sia sempre individualizzato sulla base dell"unicità e dei bisogni specifici di ogni persona. I trattamenti ormonali o chirurgici devono quindi essere considerati come due delle possibili opzioni a disposizione senza tralasciare anche possibilità alternative come la definizione di un ruolo di genere o espressione di identità di genere in cui la persona si senta a proprio agio, anche se ciò può differire dalle norme culturali o dalla aspettative sociali.
L'ordinamento deve assicurare la libertà e la consapevolezza delle scelte, senza imporre modelli e standard valutativi, soprattutto se il bene deve misurarsi con gli strumenti della scienza e con il dato umano della persona stessa.
Quel che gioca, a questo punto, sono i sogni e le aspettative della persona transessuale, da un lato, ed il suo interesse obiettivo, dall"altro.
Quanto conta veramente una metamorfosi fisica di facciata che presenta solo un parvenza artificiale di organi sessuali che potrebbero non dare il risultato sperato: uno pseudo pene e testicoli di silicone, una vagina artificiale possono dare la felicità?
Non è forse vero che la nostra femminilità o mascolinità è data da altro? Quando usciamo per strada, siamo forse nudi?
E" questo un punto delicatissimo: se il transessuale ha la consapevolezza di non poter ottenere una modificazione corrispondente al sesso cui aspira, (o meglio, al modello che di sé ha secondo il modello convenzionale di donna o di uomo), per ciò solo non gli si può negare il diritto alla rettificazione anagrafica del sesso.
[1] Tutto ciò ovviamente condiziona pesantemente il rispetto dei diritti e dell"identità della persona, del suo benessere psico-fisico e della vita di relazione (Onorevole Paola Concia, proposta di legge presentata l"8 agosto 2008).