Fragilita, storie, diritti  -  Redazione P&D  -  01/04/2023

Celano, mamma si getta dal balcone con il figlio in braccio: lei muore, il bimbo è grave

LA DONNA AVEVA 36 ANNI. LO SGOMENTO IN CITTÀ

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Un volo di quattro-cinque metri dalla finestra di casa, tenendo stretto tra le braccia il figlioletto di 8 anni, Sergio. Lei, G.P., 36 anni, muore sul colpo. Il piccolo è ricoverato a Roma in condizioni critiche, ma potrebbe salvarsi dopo la corsa al San Salvatore con l'elisoccorso del 118 e poi al Bambino Gesù dove è stato trasportato subito dopo per ulteriori accertamenti.

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Un'altra tragedia che si consuma in Abruzzo, a Celano, famosa per il suo castello medievale, in una giornata di sole che alle 8,30 del mattino si fa improvvisamente buia nella palazzina di due piani di via Santa Maria, un quartiere tranquillo anche se molto popolato, dove la donna viveva assieme ai due figli: oltre al piccolo che stringeva a sé durante la caduta, anche la più grande che ha subito avvisato il padre  di ciò che era accaduto. In quel momento l'uomo si trovava infatti da tutt'altra parte. Sembra che la vittima soffrisse di un disagio sociale che potrebbe averla spinta a farla finita. Dalla modesta palazzina alla strada sottostante, la distanza non è tale da suggerire un tentativo di suicidio. Particolare che ha probabilmente salvato la vita al piccolo, che mentre veniva soccorso in strada dal personale del 118 è anche riuscito a scambiare qualche battuta con il padre, come riferito dallo stesso.

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Il sindaco di Celano, Settimio Santilli, è stato tra i primi a raggiungere il luogo della tragedia, visibilmente provato: «Aveva la stessa età di mia moglie, conoscevamo benissimo la famiglia», le sue prime parole. Un'altra storia che racchiude probabilmente sentimenti e difficoltà esistenziali affrontate in estrema solitudine. Come quella dell'urologo teramano Carlo Vicentini che il giorno prima, nella sua villetta alla periferia dell'Aquila, ha sterminato la famiglia: la moglie e i due figli, prima di togliersi la vita con la pistola detenuta legalmente. Per lui il dolore divenuto insopportabile aveva a che fare con la malattia del figlio 43enne, una grave forma di distrofia muscolare degenerativa che lo aveva portato alla immobilità. L'ex primario ha cancellato il suo tormento sopprimendo tutti con una calibro 38, risparmiando solo il cane di casa a cui il figlio malato era legatissimo. La settimana che precede la Pasqua in Abruzzo si chiude così. Tra sgomento e domande che si rincorrono

 




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