NESSUN PATTEGGIAMENTO, NESSUNA FORZATURA.

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Si può dire che l’Amministrazione di Sostegno operi nel sistema innovativamente. L’interdizione   ricorda il contratto che Faust stipula con Mefistofele: fare un baratto a un certo punto, essere disposti a cedere qualche intima posizione, in cambio dell’utilità che ci si assicura. “Se vuoi lo scudo offerto dal Tribunale, dovrai scordare la tua sovranità, voltarle le spalle; se non sei pronto a questo passo, se rifiuti di cedere qualcosa, non avrai nessuna protezione”.

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L’AdS è il contrario di tutto ciò; non c’è alcun do ut des   nelle sue scale funzionali, nessun sacrifico da compiere. Certo il beneficiario non potrà far sempre, nella sua vita quotidiana, quel che gli passa per il capo; ha dei doveri da assolvere, alcuni verso se stesso, altri rispetto alla sua famiglia, altri ancora nei confronti dei terzi.  Si tratta di passaggi inerenti, però, al suo status di persona   uguale alle altre, tendenzialmente, diversa solo per aspetti marginali; sono tratti che non rappresentano, nel mondo della ‘’debolologia’’, la contropartita di nulla.

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Così le eventuali sospensioni di facoltà decisorie, più o meno temporanee, che il GT possa aver stabilito nei suoi decreti, non costituiranno il pendant di altrettanti aiuti o pacchetti, concessi sul piatto opposto della bilancia. Sono cautele strumentali alla copertura che va assicurata all’interessato, e ai suoi cari, nient’altro. 

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La salvaguardia ex art. 404 cod.civ è qualcosa che il sistema - detto altrimenti - fornisce al ‘’debole’’   in cambio di nulla; non rappresenta una concessione benevola, octroyée, ad opera della Pubblica Amministrazione. E’ per lo Stato l’adempimento di un obbligo costituzionale, corrisponde ai tratti di quel ‘’diritto al sostegno” di cui ogni svantaggiato è titolare. Nessun patteggiamento, nessuna forzatura.